E’ alle battute finali il percorso storico, con finalità divulgative, che si è proposto di accendere l’interesse culturale e scientifico dei giovani e degli appassionati attorno alla matematica, organizzato dal Dipartimento di Matematica Pura ed Applicata “G. Vitali” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena.

Il ciclo dedicato alla “Storia delle matematiche” si è proposto di coprire il percorso evolutivo di questa materia dalla civiltà egizia e mesopotamica alla scienza del XVIII secolo. Gli argomenti trattati, pensati per un pubblico di “non specialisti”, possono offrire spunti e suggerimenti per una didattica “attiva” della matematica. Sono stati illustrati i sistemi di numerazione e le tecniche di calcolo, di come sono cambiati fino a raggiungere una certa stabilità con l’introduzione delle “figure degli indi”, ossia le cifre arabe, e le relative operazioni.

Ulteriori tecniche di calcolo saranno presentate anche nell’ultimo appuntamento, che si terrà questo pomeriggio alle ore 16.30 presso l’Aula Magna dell’Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti (Corso Vittorio Emanuele II, 59) a Modena, in cui la prof.ssa Gemma Rosa Levi Donati dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia affronterà il tema della “Universalità dello studio delle matematiche secondo Pietr’Antonio Cataldi”.

“La figura di Pietro Antonio Cataldi, matematico bolognese, emerge tra gli studiosi vissuti in Italia tra il XVI ed il XVII secolo. Testimonianza di una vita fervidamente spesa nello studio e nell’insegnamento, – afferma la prof.ssa Gemma Rosa Levi Donati dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – giunge a noi tramite la lettura delle sue pubblicazioni, che assommano ad oltre una trentina e che vengono conservate ancora oggi nelle più importanti biblioteche pubbliche d’Europa. Amico di Egnazio Danti, il Cataldi fu tra i primi ad insegnare matematica come disciplina autonoma e viene ricordato tra i fondatori del Calcolo infinitesimale. Fu docente nel 1569 a Firenze e quindi, dal 1570, a Perugia, dove tenne per anni contemporaneamente le cattedre sia presso lo Studium universitario, retto allora dai Priori, che l’Accademia del Disegno, per ritornare infine a Bologna nel 1583, al momento del trasferimento del Danti a Roma. L’ampia cultura matematica del Cataldi emerge dalla lettura e commento dei testi delle due prolusioni da lui lette a Perugia e che, stampate in seguito a Bologna dal De Rossi, sono conservate oggi presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Al termine della seduta il prof. Francesco Barbieri illustrerà alcuni algoritmi del Cataldi per il calcolo di radici quadrate e la costruzione di frazioni continue”.

Gemma Rosa Levi Donati
Laureata in Scienze Naturali nell’Università di Modena, sviluppò la sua tesi di laurea con il professor Paolo Gallitelli studiando, dal punto di vista mineralogico, un meteorite caduto in provincia di Modena nel 1766. Rappresentò all’epoca una ricerca di avanguardia poiché pochi interessi erano stati dedicati in precedenza alla struttura mineralogica dei meteoriti e quando fu iniziata, negli anni del dopoguerra, richiedeva la messa a punto delle necessarie tecniche sperimentali. Proseguì dopo la laurea gli studi sulle meteoriti recandosi al British Museum di Londra dove lavorò sotto la guida del dottor Campbell Smith e del dottor Hey, con i quali pubblicò successivamente i risultati delle ricerche sulla meteorite di Assisi. In un periodo di studi trascorso alla Università dell’Illinois si dedicò allo studio della collezione di meteoriti di quella università pubblicandone il catalogo. Al ritorno a Modena frequentò l’Istituto di Mineralogia e si dedicò all’esame della collezione di meteoriti pubblicando il relativo catalogo. Partecipando attivamente a tutti i Congressi europei della Meteoritical Society fu eletta fellow della Società, all’epoca unico rappresentante italiano. Ottenne nel 1982 il Premio per i Beni Culturali e Ambientali, Sezione Mineralogica dell’Accademia dei Lincei. Nell’ultimo decennio ha sviluppato un vasto interesse per la Storia della Scienza, pubblicando interessanti resoconti su diversi temi. Dall’esame di antichi codici, ha rivisitato l’uso di piante medicinali in farmacologia, riproposto usi e costumi dedotti da documenti di archivio in particolare per quanto riguarda l’ambiente umbro. Della Deputazione di Storia Patria dell’Umbria è socio effettivo ed ha presentato in sedute i risultati dei suoi studi. Ha esaminato nei suoi recenti studi in maniera molto estesa i processi a Galileo mettendone in luce particolari inediti, attraverso le testimonianze fino ad oggi non analizzate di alcuni inquisitori. Presso l’Accademia di Scienze Lettere e Arti di Modena ha presentato in diverse occasioni i risultati delle sue ricerche, i cui testi sono poi stati pubblicati sulle Memorie.