Stop ai fracassoni su strada: un decreto previene e regola l’inquinamento sonoro da traffico. Una
indagine svolta a livello europeo sulla scala di priorità ambientali degli europei, ha messo al primo posto dei motivi di scontentezza il traffico, al secondo lo smog, al terzo il degrado del paesaggio, al quarto la presenza sempre più invadente dei rifuti. Il rumore occupa solo il quinto posto. Ma
sale in graduatoria fino la vertice quando si parla di proteste e di sfiducia nelle autorità.
Il decreto stabilisce le norme per la prevenzione ed il contenimento dell’inquinamento da rumore
provocato dal traffico delle autostrade; delle strade
extraurbane principali; delle strade extraurbane secondarie; delle strade urbane di scorrimento. Ma anche quello che si percepisce nelle strade urbane di quartiere e nelle strade locali.
Il campo di applicazione delle disposizioni riguarda le infrastrutture esistenti, il loro ampliamento in sede e le nuove infrastrutture in affiancamento a quelle esistenti, le loro varianti e quelle di nuova realizzazione. I valori limite di immissione stabiliti dal decreto sono verificati in conformità a quanto disposto dal decreto del Ministro dell’ambiente del 16 marzo 1998 e devono essere riferiti al solo rumore prodotto dalle infrastrutture stradali.
Così, le autostrade, le strade
extraurbane e le strade urbane di scorrimento siano queste già in esercizio che di nuova realizzazione, avranno una fascia di pertinenza, nella quale si applicheranno i nuovi limiti
stabiliti, di 250 metri, mentre le strade urbane di quartiere, quelle cioè ad unica carreggiata con almeno due corsie, banchine pavimentate e marciapiedi e quelle locali avranno
fasce territoriali di pertinenza di 30 metri. Limiti di
immissione per infrastrutture stradali di nuova realizzazione, il soggetto proponente dell’opera è tenuto a individuare i corridoi progettuali in grado di assicurare la migliore tutela dal rumore all’interno della fascia di pertinenza acustica.
In presenza di scuole, ospedali, case di cura e case di riposo, il proponente l’opera è obbligato a valutare l’opportunità di estendere fino a 500 metri la fascia di pertinenza acustica, all’interno della quale devono essere individuate ed adottate particolari opere di mitigazione, facendo ricorso alle migliori tecnologie disponibili e tenendo
conto delle implicazioni di carattere tecnico-economico.
A stabilire i criteri di tutela che dovranno essere conseguiti entro cinque anni da ora, ci penserà una commissione istituita con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti ed il Ministro della salute.