Una spesa “fuori controllo”, quella per le intercettazioni, l’ha definita ieri il Guardasigilli Angelino Alfano nel suo intervento sull’amministrazione della giustizia. Le cifre, relative al 2007, le fornisce lo stesso ministero della Giustizia: 226 milioni e 895mila euro (secondo i dati più recenti relativi alle Procure presso i Tribunali) per intercettare 128.805 ‘bersagli’, di cui 116.303 telefonici, 10.703 ambientali e 1.799 informatici. Un costo che con la riforma dell’intero sistema calerà drasticamente, soprattutto per quel che riguarda le apparecchiature.
La spesa è certamente elevata, come ha sottolineato lo stesso Guardasigilli, ma pure in calo rispetto al 2006, quando aveva toccato i 229 milioni di euro e, soprattutto, rispetto al 2005, quando alle casse dello Stato intercettare era costato 308 milioni.Quasi 35 milioni, sempre per quel che riguarda il 2007, sono stati spesi per l’attivita’ di intercettazione; 9 milioni 283mila euro per i tabulati e 182 milioni 616mila euro per il noleggio degli apparati.Milano, con 17.357 ‘bersagli’ intercettati, Napoli con 16.218 e Palermo con 10.052 sono le città più ‘ascoltate’ nel 2007, con un costo rispettivamente di 35 milioni di euro, 11 milioni e 46 milioni.Il Ddl del governo punta decisamente a contenere i costi delle intercettazioni. L’attuale sistema prevede il coinvolgimento di 166 uffici di Procura e presenta costi estremamente variabili in relazione alle tecnologie utilizzate e all’incidenza del costo di noleggio degli apparati, che grava sulle casse dello Stato per 182 milioni di euro.Il nuovo sistema delineato dal provvedimento dell’esecutivo prevede l’istituzione di centri di intercettazione su base distrettuale con un massimo di 26 strutture. Le operazioni di ascolto, invece, possono essere compiute per mezzo delle apparecchiature installate presso le competenti Procure della Repubblica o presso i servizi di polizia giudiziaria delegati. Attualmente sono 71 gli uffici di Procura informatizzati, con la copertura del 60% dei bersagli.Per far marciare a pieno regime un sistema informatizzato e’ indispensabile un adeguato pacchetto software per l’acquisizione e la distribuzione dei dati, proteggendo gli stessi dati con appositi sistemi di crittografia e cifratura. Il costo complessivo di questa operazione è stimato in 4 milioni e mezzo di euro, mentre 5 milioni e 200mila euro sono i fondi necessari a sostenere la spesa del canone annuo del server.La riorganizzazione del sistema delle intercettazioni cosi’ come l’ha elaborata il governo determina risparmi “estremamente significativi” rispetto agli attuali esborsi: da un lato perche’ non si ricorrerà più al noleggio degli apparati; dall’altro in ragione dell’abbattimento dei costi derivanti dalle limitazioni delle autorizzazioni alle intercettazioni, stimati in 40 milioni di euro.Per l’anno finanziario 2010, a regime, le spese correnti dovrebbero essere limitate a 14 milioni 796mila euro, di cui 5 milioni 200mila per il canone del server, 28.500 per le 95 postazioni informatiche presso gli uffici di procura, 4 milioni 500mila per l’acquisto del software, 468.000 per il canone di affitto dei locali, 7 milioni 800mila per la manutenzione e 1 milione 300mila euro per le spese di funzionamento delle strutture.
Fonte: Adnkronos