Nel gennaio 2020, a Bibbiano, aveva tentato di soffocare la moglie nel sonno con un cuscino perché voleva lasciarlo. Era stato il figlio minorenne a fermare il padre 50enne, lanciando l’allarme e salvando la madre. Per quei fatti, l’uomo era stato arrestato dai carabinieri intervenuti sul posto e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, dove rimaneva fino al 19 agosto 2021 quando si dileguava facendo perdere le proprie tracce.

A seguito dell’iter processuale, con sentenza emessa in data 5 marzo 2022, divenuta definitiva il 4 giugno 2022, l’uomo veniva riconosciuto colpevole dal Tribunale di Reggio Emilia e condannato alla reclusione di 4 anni e 8 mesi oltre alla pena accessoria dell’interdizione dai Pubblici Uffici per 5 anni. Detratto il periodo di custodia cautelare agli arresti domiciliari, doveva scontare un residuo pena di 3 anni 1 mese e 18 giorni ma il provvedimento di carcerazione emesso il 10 settembre 2022 dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia rimaneva ineseguito essendo nel frattempo il 50enne resosi latitante.

L’altra mattina la fine della sua latitanza. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia, che all’indomani della sua fuga avevano avviato una mirata attività di ricerca, hanno localizzato e tratto in arresto il 50enne che si nascondeva in un palazzo del centro di Bari. Negli ultimi mesi i carabinieri del nucleo investigativo si erano concentrati sulle persone vicine al 50enne. Nei giorni scorsi, dopo il pedinamento di un parente dell’uomo, che saliva su un treno dalla stazione di Reggio Emilia e scendeva a Bari, giungevano in un quartiere popolare del centro della cittadina. Qui i militari reggiani, unitamente ai colleghi baresi, proseguivano un servizio di osservazione che durava qualche giorno, finché il 29 ottobre scorso, intorno alle 7 di mattina, notavano uscire da un palazzo attenzionato un uomo, risultato corrispondere al latitante ricercato. Agli investigatori bastava chiamarlo per nome per far si che il 50enne si fermasse e, compreso che si trattava di Carabinieri, rispondeva testualmente: “mi avete tolto un peso”.

Accertata l’identità, l’uomo veniva condotto presso il Comando Provinciale dei carabinieri e tratto in arresto in esecuzione dell’ordine di carcerazione che pendeva a suo carico. Al termine delle formalità di rito veniva condotto in carcere per l’espiazione della pena.