La Polizia di Stato di Bologna ha arresto di un ventenne, cittadino tunisino, poiché resosi responsabile della violazione di cui agli art. 73 D.P.R. 309/1990, 81 e 110 c.p. ed alla denuncia in stato di libertà ai sensi dell’art. 4 L. 110/75.
Nel primo pomeriggio di lunedì scorso, il personale della 4° Sezione “Crimine Diffuso della Squadra Mobile” ha effettuato un servizio finalizzato alla repressione dei reati predatori nella zona Fiera, durante il quale notava nei pressi del muro di cinta dell’ex caserma “Sani” un ragazzo straniero che in sella alla bicicletta si dirigeva in Via Cignani e si introduceva nel parco Zamboni.
All’interno dello stesso, gli agenti in osservazione, vedevano il ragazzo scendere dalla bicicletta e scavare una buca nel terreno, per poi dirigersi nel parcheggio dietro la Tper dove effettuava ben due cessioni di sostanza stupefacente in cambio di denaro contante a due ragazze. Queste ultime, fermate dagli agenti consegnavano spontaneamente le dosi acquistate poc’anzi, con all’interno sostanza stupefacente del tipo cocaina e del peso complessivo di 1 grammo.
Successivamente il pusher giungeva in Via Parri dove effettuava una terza cessione e subito dopo sempre a bordo della bicicletta giungeva nei pressi dell’ex caserma dove avvicinandosi al muro, infilava le mani nell’unica fessura presente.
A questo punto, gli agenti decidevano di intervenire, pertanto seguivano il pusher fino in via Ferrarese dove decidevano di fermarlo e sottoporlo a perquisizione personale.
Il ragazzo veniva trovato in possesso di euro 60 e un telefono cellulare; nel mentre veniva effettuato anche un controllo sul muro di cinta dell’ex caserma dove era stato visto infilare le mani il giovane, rinvenendo due maceti con lama lunga 41 cm e 27 cm e due spray al peperoncino di cui la vendita è vietata, mentre nella buca all’interno del Parco Zamboni gli Agenti trovavano due dosi di cocaina dal peso complessivo di 7 grammi.
Il ragazzo veniva quindi condotto presso la locale Questura per i previsti controlli, dai quali risultava incensurato, privo di attività lavorativa ed irregolare sul Territorio Nazionale.
All’esito dell’attività il tunisino veniva tratto in arresto e, dopo la convalida, affidato all’Ufficio Immigrazione che curerà le pratiche per l’accompagnamento a un CPR del territorio nazionale.