È stato siglato un protocollo di intesa tra le associazioni di volontariato Porta Aperta di Modena nata nel 1978 e Porta Aperta di Carpi nata nel 1988, per rafforzare le iniziative di accoglienza e inclusione a favore di persone in condizione di marginalità, prevedendo diverse azioni tra cui l’apertura a Carpi di una sede distaccata dell’ambulatorio medico di Porta Aperta Modena.
Le due associazioni, pur avendo lo stesso nome, sono due realtà giuridiche diverse, operanti in Diocesi distinte (Modena-Nonantola e Carpi) su temi comuni, riunite sotto la cura pastorale del medesimo Vescovo don Erio Castellucci: «Il protocollo ci vedrà collaborare sul tema della lotta allo spreco alimentare e sostegno alimentare a persone e famiglie in difficoltà economica – spiegano Alberto Caldana e Omar Sala, rispettivamente presidenti di Porta Aperta Modena e Porta Aperta Carpi – Le nostre Recuperandia e Arca Lavoro impresa sociale collaboreranno per la promozione della cultura del riuso e lo sviluppo di tirocini/inserimenti lavorativi e laboratori socio-occupazionali». Verrà inoltre implementato il Centro d’ascolto di Porta Aperta Carpi con l’apertura di uno sportello di Avvocato di strada in collaborazione con quello già operante da anni presso Porta Aperta Modena.
«Dall’esperienza di Porta Aperta Carpi e Porta Aperta Modena sono nate in Italia altre associazioni (a Mirandola, Como, Brescia…) che hanno lo stesso nome e le stesse finalità – dicono Caldana e Sala – Pertanto, le nostre due associazioni si impegnano, appena possibile, ad organizzare un incontro di queste realtà, sia per sottolineare l’aspetto generativo della loro storia sia per uno scambio di esperienze. Infine, intendiamo potenziare gli aspetti trasversali della vita delle due associazioni ideando ad esempio strategie e iniziative comuni per la promozione del volontariato e su come essere a servizio della comunità, in modo sempre più costruttivo, con le Chiese locali di appartenenza.
L’accordo con gli amici di Porta Aperta Modena – conclude Sala – sono certo ci aiuterà a migliorarci nel servizio ai più fragili in sinergia con le chiese locali di appartenenza. Il clima di fraterna collaborazione è poi in assoluta sintonia con la sinodalità auspicata dal nostro vescovo Castellucci».