Dieci milioni di euro per finanziare il Fondo per l’Affitto. Altri 12 milioni per la manutenzione degli alloggi Erp. Sono i due nuovi finanziamenti regionali sul versante delle politiche abitative che si aggiungono al programma di Social Housing presentato nelle scorse settimane, dal valore di altri 7 milioni.
Uno sforzo portato avanti dall’Emilia-Romagna di propria iniziativa, solo nell’ultimo anno, per far fronte a un’emergenza, quella abitativa, che necessita, però, di interventi nazionali strutturali. Ecco perché i Tavoli provinciali di coordinamento delle politiche abitative hanno elaborato un Documento regionale da sottoporre al Governo con una serie di proposte per lo sviluppo di un Piano Casa nazionale: dall’incremento dell’offerta abitativa a canoni calmierati a una disciplina degli affitti temporanei, passando per una diversa fiscalità della locazione che penalizzi questi ultimi e introduca, invece, una cedolare secca al 10% per gli affitti calmierati.
A illustrare questo pacchetto di misure è stata l’assessora regionale alle Politiche Abitative, Barbara Lori: “Quella della casa è una vera emergenza nazionale: sono sempre di più i cittadini, giovani, anziani, famiglie monoreddito, lavoratori, studenti, escluse dal mercato privato. Quelli presentati oggi sono solo gli ultimi provvedimenti che abbiamo adottato in questa legislatura- spiega Lori-. Ma è evidente che serve un impegno forte a livello nazionale. E su questo dobbiamo ancora una volta registrare la totale assenza del Governo: dall’azzeramento del Fondo nazionale per l’Affitto a quello contro il disagio abitativo che prevede risorse solo a partire dal 2027/28, mentre manca da decenni un Piano casa nazionale degno di questo nome”.
Le risorse regionali che finanzieranno il Fondo per l’Affitto andranno a coprire fino a tre mensilità per un tetto massimo di 2mila euro, una somma in aumento rispetto ai 1.500 euro previsti in passato. Gli interventi di manutenzione straordinaria degli alloggi Erp – altri 10 milioni di stanziamento, proprio in questi giorni in assegnazione ai Comuni – finanzieranno fino a 25mila euro di spese, a cui si aggiunge una nuova misura, in accordo con Cassa Depositi e Prestiti, che permetterà di coprire gli interessi dei mutui, stimati in 2 milioni di euro, contratti dalle Acer per gli interventi più costosi con importi superiori ai 25mila euro.
Sono i tre nuovi provvedimenti con cui la Regione prosegue e rafforza il proprio impegno per il diritto alla casa. A fianco delle tante famiglie che anche in Emilia-Romagna, un territorio fortemente attrattivo per motivi di studio, lavoro, turismo, sono in difficoltà a trovare un alloggio sul mercato privato. E a fianco dei Comuni e delle Aziende per la casa, per accelerare su fronte del recupero del patrimonio abitativo pubblico: alla fine del 2023 sono 3.818 gli alloggi Erp che risultano sfitti sui 54.257 disponibili, mentre le domande complessive in graduatoria in attesa di assegnazione sono 26.681.
Da parte della Regione un impegno che continua e che si aggiunge ai 9 milioni di euro stanziati nel 2023, per scorrere le graduatorie comunali del Fondo per l’affitto, che contavano tra Rimini e Piacenza oltre 66 mila domande, oltre 10 mila in più rispetto all’anno precedente.
Dal 2020 a oggi superano i 52 milioni di euro le risorse stanziate direttamente del bilancio regionale per il Fondo per l’affitto, mentre a livello nazionale va purtroppo registrato un azzeramento dei finanziamenti dopo i 64 milioni di euro stanziati per il 2021 e il 2022.
“Per questo- aggiunge Lori- insieme a Comuni, Province, Città Metropolitana, Aziende casa, sindacati, mondo cooperativo abbiamo condiviso un documento che presenteremo al Governo. Sono le proposte dell’Emilia-Romagna, gli obiettivi e le linee strategiche per un nuovo Piano casa nazionale. Noi ci siamo e vogliamo essere insieme a tutte le Regioni interlocutori del Governo per rilanciare l’impegno su questo tema strategico”.
Il protocollo d’intesa è nato dalla volontà della Regione e ha visto partecipare la Città metropolitana di Bologna, le rappresentanze regionali di Anci, Confcooperative, Legacoop, Ance, delle Aziende per la Casa, Cgil, Cisl, Uil, Sunia, Sicet e Uniat. L’obiettivo è quello di elaborare proposte per lo sviluppo di un Piano Nazionale di Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale, semplificando le procedure e garantendone la sostenibilità economica e sociale.