Commozione, gratitudine, ammirazione e affetto nei confronti di Pietro Gambarelli e della sua figura di ricercatore storico e di artista della pietra sono i sentimenti che hanno pervaso i cuori dei partecipanti all’evento di assegnazione del premio di studio a lui dedicato, nel terzo anno dalla scomparsa.
Fra il numeroso pubblico erano presenti, l’altro pomeriggio a Bergogno, i vincitori della seconda edizione, i bambini della scuola primaria di Paullo e i ragazzi della seconda classe della scuola secondaria di primo grado di Casina, accompagnati da genitori, insegnanti e dalla dirigente dell’istituto comprensivo, Sara Signorelli.
“Pietro è ricordato con simpatia e stima – ha esordito Giovanna Caroli, che ha condotto l’incontro – oltre che per le sue ricerche e sculture, alcune delle quali arricchiscono questo antico borgo, che fa della bellezza e dell’accoglienza due delle sue prerogative, anche per la sua attività di infermiere, condotta con notevole professionalità e umanità nell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti”.
Il figlio di Gambarelli, Marco, pure a nome della madre e delle sorelle Cristina e Sara, ha poi ringraziato i numerosi convenuti e la famiglia di origine del genitore, rappresentata nell’occasione dai fratelli Enzo e Giuseppe, per l’impegno profuso al fine di commemorare la persona del padre.
Alessandro Torri Giorgi, assessore alla cultura del Comune, ente che, unitamente ai Gambarelli, alla Deputazione di storia patria per le antiche provincie modenesi, sezione di Reggio Emilia, e alla Pro loco Bergogno medievale, è organizzatore dell’iniziativa, ha espresso gratitudine alla commissione dei giurati per il “notevole lavoro svolto” ed ha intessuto le lodi del luogo, “unico e meraviglioso, caratterizzato da una comunità accogliente, dove ognuno si sente a casa”.
Lucia Barbieri, presidente della Pro loco, ha rilevato: “A questo paesino, speciale ed unico per le bellezze storiche e ambientali che racchiude, e per i rapporti umani che si sono creati nel tempo, era profondamente affezionato Pietro. Così come lo sono io. Entrambi siamo nati e cresciuti qui. Da famiglie contadine, legate ai valori semplici e genuini della nostra terra”.
Per l’occasione è stato pubblicato l’opuscolo “Le ricette del nostro territorio”, in base alle ricerche delle due scuole vincitrici, relative a due specialità alimentari tipiche del passato, il miele e le castagne, che è stato consegnato agli studenti, unitamente a una borsa con manici a tema. Le due sedi scolastiche hanno anche ricevuto un attestato e un premio in denaro di settecentocinquanta euro ciascuna, da utilizzare per l’acquisto di materiali didattici.
Sono quindi intervenuti i membri della Giuria. Giuseppe Adriano Rossi, presidente della Deputazione, ha fra l’altro posto l’accento sulla preziosa sinergia tra organizzatori, mondo dell’istruzione e allievi, rallegrandosi con questi ultimi per i loro studi e le prossime ricerche. Gabriele Fabbrici, socio emerito della stessa Deputazione, ha sottolineato come le specialità enogastronomiche tradizionali facciano parte del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
Giuseppe Giovanelli ha evidenziato come è la storia locale che fornisce informazioni indispensabili per una corretta narrazione della “grande storia” e come l’uomo debba interagire con la natura e non tentare di dominarla. Eva Barbieri, segretaria di giuria, ha infine anticipato alcune caratteristiche dei temi che saranno al centro della terza edizione, sia rivolti agli studenti che agli adulti, che saranno enunciati ufficialmente a settembre, col nuovo bando, che, per questi ultimi, avrà durata biennale.