Nell’inverno 2024 il volume d’affari a prezzi correnti delle costruzioni è diminuito del 3% rispetto allo stesso periodo del 2023. Solo una impresa su cinque ha registrato un aumento dell’attività, la metà di quanto registrato nell’autunno scorso. Per l’estate le imprese che prevedono un miglioramento superano leggermente quelle più caute. E’ quanto emerge dalla indagine sulla congiuntura delle Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
La dimensione delle imprese
Minore è la dimensione dell’impresa edile e più forte è stata la contrazione dell’attività. Le imprese più piccole, quelle con meno di 9 dipendenti hanno registrato una battuta d’arresto di intensità doppia rispetto alla media del settore, segnando -5,8%, valore che non si registrava dall’estate del 2020. Fra le piccole imprese prevale il pessimismo anche per i mesi estivi, anche se meno accentuato rispetto a quanto emergeva negli ultimi mesi del 2023.
Le medie imprese, quelle da 10 a 49 dipendenti, hanno registrato una riduzione del volume d’affari del -3,8%. Solo due su dieci hanno avuto un incremento nell’attività: si tratta una percentuale dimezzata rispetto a fine 2023, ed è la più bassa dall’estate del 2020. Per i mesi in corso le previsioni sono però in miglioramento e prevalgono coloro che non prevedono altre flessioni.
Le grandi imprese, quelle con più di 50 dipendenti, nei primi tre mesi del 2024 hanno registrato un incremento del +6,3% del volume d’affari rispetto allo stesso periodo del 2023. Quasi la metà delle imprese di costruzioni di questa dimensione ha dichiarato di aver avuto risultati positivi e per l’estate le attività che prevedono un miglioramento sono il 40% in più di quelle più caute.
Aperture e cessazioni
Gli evidenti benefici dei “bonus” introdotti negli anni scorsi a favore del settore hanno determinato un incremento delle imprese registrate nelle costruzioni che si è andato poi indebolendo nel 2022 e ancora più dopo che l’entità dei bonus è stata oggetto di attente valutazioni che hanno condotto a un loro contenimento nel corso del 2023. E così fra gennaio e marzo 2024 la differenza fra aperture e cessazioni in regione è risultata sostanzialmente nulla (-19 imprese).
All’interno del settore l’andamento non è stato omogeneo. Dopo tre anni e nove mesi di crescita, le imprese che effettuano lavori di costruzione specializzati, che sono quelle più attive nelle ristrutturazioni e nei piccoli interventi, sono leggermente aumentate (+92 unità, +0,2%). E’ continuata invece la diminuzione quelle dedicate alla costruzione di edifici (-69 unità, -0,4%).
Previsioni
Secondo le stime elaborate a metà aprile da Prometeia in “Scenari per le economie locali”, a seguito della decisa revisione dei “bonus” a favore del settore e dell’aumento del costo dei finanziamenti determinato dalla restrizione della politica monetaria, l’aumento del valore aggiunto reale delle costruzioni nel 2023 è stato del +5,2%, decisamente ridotto rispetto all’incremento a due cifre del 2022, ma ha costituito l’elemento trainante della crescita regionale.
La tendenza dovrebbe condurre il settore a rallentare del 5,9% nel corso del 2024.
Si prospetta così per le costruzioni un eccezionale andamento ciclico con un alternarsi di bolle espansive, e successive crisi.
A testimonianza di questo carattere, al termine dell’anno corrente il valore aggiunto delle costruzioni risulterà ancora inferiore del 26% rispetto ai livelli, chiaramente eccessivi, del precedente massimo toccato nel 2007 e superiore di solo l’1,5% rispetto al livello del 2000.
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