Soddisfatti ragazzi e tutor della scuola di falegnameria di Vergato. I corsi sono partiti in marzo con l’intento di salvaguardare un mestiere a rischio di estinzione e, al tempo stesso, sono rivolti ai ragazzi a rischio di dispersione scolastica, frequentanti il CPIA Montagna, il Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti.
Esprime la sua soddisfazione Gualtiero Palmieri, organizzatore del corso e Presidente dell’Associazione 440Hz che si occupa di cultura, formazione e lavora accanto alle persone con fragilità: “I ragazzi stanno eseguendo diversi lavori: abbiamo già costruito sei piccole scrivanie, sei portapenne, sei portacarte e altri oggetti per l’ufficio. Poi utensili per la cucina e stiamo inoltre lavorando alla realizzazione di sei orologi da parete. C’è entusiasmo: gli allievi cominciano a vedere che riescono a realizzare dei manufatti che potremmo mettere in mostra e vendere quando presenteremo il progetto a fine corso. È un lavoro impegnativo ma è importante motivare i ragazzi ed aiutarli a impegnarsi in questo percorso”.
Le 96 ore di lezione – di cui 80 di laboratorio – sono seguite da 6 ragazzi, sia italiani che di altre nazionalità, di età compresa tra i 16 e i 18 anni. Presso il laboratorio di A&P Arredamenti di Sasso Marconi i ragazzi sono affiancati da tre falegnami e due tutor: imparano l’utilizzo della pialla a mano e della lima, mentre per quanto riguarda i macchinari più pericolosi, potranno imparare osservando. Per l’organizzazione del corso è stata stipulata una convenzione tra Comune di Vergato, Istituzione Servizi sociali dell’Ufficio di Piano dell’Unione Comuni Appennino Bolognese e Associazione 440 Hz. A livello economico il corso è frutto del lavoro di squadra: 15mila euro provengono da un contributo erogato dalla Fondazione Carisbo, 5mila dal Comune e 5mila dall’Istituzione, presieduta dal Sindaco di Vergato Giuseppe Argentieri che racconta: “Questo progetto, che per il nostro territorio possiamo definire sperimentale, sta dimostrando nei fatti tutta la sua bontà. La passione e l’interesse che i ragazzi stanno mettendo nell’apprendimento di questa professione artigiana è massima e conferma come, dando stimoli adeguati e idonei alle capacità e aspirazioni di ogni ragazzo, si possano ottenere risultati positivi e prospettive sociali e di lavoro inclusive ed importanti per tutta la nostra società. Ritengo che, come abbiamo perseguito l’avvio di questa scuola con fermezza e determinazione, questa esperienza debba non solo ripetersi ma diventare un modello da proporre annualmente ed incrementarlo anche con altre professioni artigiane, al fine di dare strumenti diversi ma concreti a quei ragazzi che non si identificano in un percorso scolastico standard”.