La Regione Emilia-Romagna ha raddoppiato per il 2024 i fondi per affrontare l’emergenza nutrie, sia in rapporto ai danni all’agricoltura, sia sotto il profilo della sicurezza idraulica derivata dallo scavo degli argini da parte di questi animali. Per la sola annualità 2024 sono stati stanziati 600 mila euro di risorse regionali per attuare i Piani di controllo sui fossori a cui si aggiungono quelli per la specie cinghiale. In tale contesto normativo, la Polizia provinciale di Ferrara ha aderito nel 2020 al progetto sperimentale di riduzione della nutria con una carabina ad aria compressa calibro 22, con ottimi risultati, raggiungendo il 50% del numero complessivo di quelli abbattuti sull’intero territorio regionale.
I numeri di queste misure sono stati illustrati ieri in prefettura a Ferrara dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, durante una riunione per fare il punto sugli interventi di eradicazione della nutria nella provincia di Ferrara con il prefetto, Massimo Marchesiello, e assieme a Coldiretti, Confagricoltura e Cia e al presidente della Bonifica Pianura di Ferrara, Stefano Calderoni. All’incontro erano anche presenti la Comandante della Polizia provinciale Roberta Artioli, e il dirigente della Polizia di Stato, Sergio Russo.
Le nutrie sono un problema annoso nel territorio ferrarese, particolarmente favorevole a questo animale dato il reticolo di corsi d’acqua esteso per circa 4.200 chilometri.
L’area di intervento dell’azione di contenimento comprende 42 zone individuate nel Comune di Copparo, poi, proseguendo da Nord-Est verso Sud, Mesola, Codigoro, Comacchio, una parte delle Gallare tra Fiscaglia ed Ostellato e tutto il comprensorio del Mezzano per una superficie complessiva di 27.529 ettari, pari a poco più del 15% della superficie totale coltivabile di circa 180.000 ettari in provincia di Ferrara.
Tra le nuove misure introdotte recentemente la riduzione del fermo sparo, così come è stata ampliata la possibilità di utilizzare anche ditte private.
Le risorse regionali per gli animali fossori sono state ripartite sui territori provinciali in base alla lunghezza delle aste fluviali presenti in ambito provinciale, sommata alla lunghezza dei canali aventi arginature di almeno un metro di altezza. Su richiesta delle Polizie Provinciali è stata inoltre integrata la possibilità di compensare le quote assegnate per ciascuna specie (fossori e cinghiale) in base a criteri di riparto specificati ma anche alle peculiarità territoriali, fino all’importo massimo complessivo riconosciuto ad ogni territorio. La rendicontazione di queste spese darà inoltre effettuata due volte all’anno, per rendere più rapide le liquidazioni alle province.