Questa mattina, con l’impiego di oltre 500 operatori della Polizia di Stato coordinati dallo SCO (Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato), si è conclusa una vasta operazione di polizia giudiziaria in 14 province, tra cui Reggio Emilia, teatro di recenti episodi delittuosi riconducibili a gruppi criminali giovanili.
L’attività è stata svolta dalle Squadre mobili e dalle SISCO competenti, che, dopo preliminari investigazioni su soggetti e luoghi ritenuti connessi alle devianze giovanili, hanno valorizzato il patrimonio informativo acquisito dai predetti uffici della Polizia di Stato nell’ambito dell’azione di contrasto alla criminalità giovanile e allo street bullying. Le indagini sono state svolte anche attraverso mirati monitoraggi di alcuni social.
Sempre nell’ambito di questa maxi operazione a livello nazionale, nel pomeriggio di lunedì 11 dicembre, personale della Squadra Mobile di Reggio Emilia, al termine di una mirata attività investigativa, deferivano in stato di libertà due soggetti minori per il reato di procurato allarme.
Nello specifico, i due soggetti, un 17enne e un 16enne entrambi extracomunitari, con precedenti per reati contro il patrimonio, erano stati notati nel pomeriggio dello scorso 1 dicembre a bordo di un autobus del trasporto pubblico mentre mostravano, parzialmente occultata all’interno della cintola dei pantaloni, quella che veniva percepita come una pistola.
Subito dopo la segnalazione, effettuata dalla madre di un ragazzo minorenne che viaggiava a bordo dello stesso autobus, gli uomini della investigativa reggiana hanno dato via alle indagini visionando le immagini di videosorveglianza presenti all’interno del mezzo pubblico.
Grazie alla visione delle suddette immagini gli investigatori sono riusciti a riconoscere i due soggetti, come detto prima già noti alle forze di Polizia. A quel punto le indagini si sono spostate sulle cosiddette fonti aperte, ovvero i profili social dei due giovani, dove è stato possibile notare in diversi post pubblicati la presenza dei due giovani immortalati mentre impugnavano una pistola priva di tappo rosso.
Al termine di tutti gli accertamenti di rito e sulla base delle suddette evidenze i due minori venivano deferiti in stato di libertà per il reato di procurato allarme nell’ambito di una più ampia e complessa attività di contrasto al fenomeno delle “baby gang” portata avanti dalla Polizia di Stato a livello nazionale.