“Nessuna parola può essere detta con leggerezza perché un cuore ferito è difficile da aggiustare”. Sul valore delle parole, su quelle “belle” che i bambini hanno colorato di giallo perché scaldano il cuore e su quelle “brutte” che danno fastidio e fanno male, dipinte di viola, gli alunni delle classi quarte delle scuole primarie Palestrina e Saliceto Panaro di Modena hanno dialogato con il sindaco Gian Carlo Muzzarelli che li ha accolti in Municipio nella mattinata di lunedì 20 novembre.
L’occasione è la Giornata dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in cui si celebra appunto l’anniversario della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, sancita dall’Onu. I bambini, insieme alle loro insegnanti, erano accompagnati dalla delegazione Unicef del Comitato di Modena guidato dalla dottoressa Fiorella Balli.
Nell’ambito di Scuola amica Unicef gli alunni hanno lavorato al progetto “Educare alle parole” per capire quando le parole possono aiutare ad affrontare con serenità e consapevolezza ogni situazione che la vita presenta. Un percorso che li ha fatti riflettere sugli effetti che ha su di loro una parola cattiva e quindi sul bullismo verbale e sulle conseguenze che può avere; soprattutto sull’importanza di sviluppare, accanto all’autostima, il rispetto per gli altri, ispirandosi all’articolo 28 della Convenzione dei diritti dell’Infanzia dedicata alla libertà di esprimere la propria opinione. E “anche se non sempre facile – hanno detto – dobbiamo imparare a dominare la lingua e ad usare parole di pace per esprimere la nostra opinione”. Al sindaco hanno quindi donato la Pigotta di Unicef.
“Quello che avete fatto con le vostre insegnanti e insieme a Unicef, è davvero importante, grazie”, ha risposto il sindaco raccogliendo ciascuno dei 20 messaggi letti da ogni bambino per conservarne copia e ha consigliato a loro di fare lo stesso: “Tenete sempre a portata di mano un messaggio di tale importanza e rileggetelo all’occorrenza, soprattutto tra qualche anno quando sarete più grandicelli. Le parole sono importanti – ha aggiunto – non basta un bel ritmo per fare bella una canzone, servono parole di pace e di rispetto, parole che aiutino ad incontrarsi e a capirsi, perché le relazioni, quelle fondate sul dialogo, non sui messaggi attraverso lo smartphone, sono alla base di tutto, dell’amore, dell’amicizia e della pace. La parola fa la differenza” ha concluso Muzzarelli, annunciando di essere al lavoro insieme al vescovo don Erio per organizzare un incontro di pace con al centro i bambini.