Era il sette novembre del 1943 quando usciti di gran fretta dall’Osteria della Campagna di Ottavio Piccinini in via Fenuzzi (erano stati preavvisati di un’incombente retata) il gruppo di antifascisti sassolesi si allontanò nel buio verso il Parco ducale, dove li attendevano a Casa Roncaglia, oggi in via Superchia, staffette che li avrebbero accompagnati nell’alta valle del Dolo e del Dragone, a Le Macchie di Monte Santa Giulia. Si mossero di notte e gli zoccoli dei cavalli furono fasciati per non fare rumore.
Ma iniziava proprio quei giorni la Resistenza sassolese? O non era forse stata anticipata dagli scioperi per il pane delle donne operaie nel 1941-1942, dalla resistenza militare del Generale Ferrero il 9 settembre del 1943, dalla resistenza civile di uomini e donne, ragazzi e ragazze che, a rischio della vita, a Sassuolo accolsero e nascosero ebrei e militari alleati e russi, raccolsero armi, denaro e approvvigionamenti, sferruzzarono indumenti caldi, nei mesi di settembre e ottobre (e in quelli lunghissimi fino alla Liberazione)?
Non era forse ancora stata preparata dai sassolesi che per mantenere viva l’opposizione negli anni Venti e Trenta avevano subito violenze e soprusi, il carcere e il confino? Quegli stessi uomini ora riprendevano il filo della storia nelle loro mani, coordinati da Ottavio Tassi “Zero-Zero”, dalla stessa parte della barricata.
La storia, anche tragica, della Banda di ribelli Rossi-Stanzione-Barbolini, il cui periodo di azione andò dal novembre 1943 all’aprile 1944, è la storia di molti altri resistenti, armati e disarmati, e delle loro famiglie, sul palcoscenico o dietro le quinte degli eventi, di molti di essi sappiamo a malapena il nome, a volte neppure quello con precisione ma è di loro che vorremmo raccontare.
Perché fu grazie a tutti loro che si credette nella possibilità di un futuro, di una scelta di riscatto, dopo vent’anni anni di silenzio e violenza.
Quando nell’aprile 1944 la pattuglia si sciolse a Rovolo, la sua esperienza, i suoi combattenti sopravvissuti alla prova, uomini e donne, confluirono nelle successive formazioni partigiane, continuando ad alimentare, in modo autonomo o a fianco degli Alleati, la guerra di Liberazione dal nazismo e fascismo.
Nell’Ottantesimo della partenza, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Sassuolo, ANPI-Modena e ANPI-Sassuolo organizzano nella sala dell’Auditorium di via Pia 108 a Sassuolo, alle ore 20.30 di venerdì 10 novembre, un evento storico e memoriale (il secondo dopo quello dedicato in settembre alla Resistenza dell’Accademia Militare a Palazzo Ducale) dal titolo “Pensammo l’impensabile: Pace, Lavoro, Libertà”, per non dimenticare mai coloro che combatterono e caddero per un mondo nuovo.