Più tralicci in montagna per potenziare la connettività. Quelli predisposti e realizzati grazie al progetto CellMon – Cellulari in Montagna, voluto dalla Regione Emilia-Romagna per contrastare il digital divide, rafforzare e migliorare l’offerta di connettività mobile da parte degli operatori telefonici.
Da un’analisi del traffico in rete (2G e 4G) reso possibile dalla presenza dei tralicci già attivati emerge come, seppure le zone coperte non abbiano un’elevata densità abitativa, il traffico dell’ultimo anno sia in costante crescita, con una media superiore a 500 Mbps e picchi giornalieri che superano gli 800 Mbps.
Approvato dalla Giunta regionale nel 2018 (delibera del 5 novembre) CellMon originariamente prevedeva la realizzazione di 28 infrastrutture in grado di fornire l’accesso alla rete in altrettanti siti ed avviarne ulteriori, con un investimento economico di 2 milioni di euro fino al 2021; la Regione ha poi raddoppiato i fondi, aggiungendo 2 milioni per il biennio 2022-2024, per portare il numero di infrastrutture a 45, di cui 22 già operative.
Gli ultimi tralicci realizzati sono stati proprio in questi giorni quello di Monte San Pietro, nel bolognese, e lo scorso settembre quello di Pennabilli, nel riminese.
Entro la fine dell’inverno sarà la volta di Fontanelice (BO), Civitella di Romagna (FC), Gropparello (PC) e Prignano sulla Secchia (MO).
“L’obiettivo del progetto CellMon – sottolineano gli assessori all’Agenda digitale, Paola Salomoni, e alla Montagna, Igor Taruffi, – è quello di supportare e rafforzare la copertura della rete di telefonia cellulare nelle aree montane dell’Emilia-Romagna, per dare a tutti i cittadini e alle imprese uguali opportunità di cittadinanza digitale. È una delle tante azioni messe in campo dalla Regione non solo per contrastare lo spopolamento in montagna, ma per favorire nuovi arrivi, di cittadini e aziende. Ci sono mercati – spiegano Salomoni e Taruffi – come quello della telefonia in cui un’istituzione non può offrire direttamente servizi ai cittadini, ma può intervenire per rendere più appetibili gli investimenti da parte degli operatori privati. È quello che facciamo con il nostro progetto, che realizza un rapporto virtuoso: servizi avanzati erogati da privati che possono contare su una rete pubblica, affinché chi vive e lavora in montagna abbia a disposizione telefonia e Internet mobile grazie a infrastrutture adeguate. Un investimento di 4 milioni di euro sulla montagna e per la montagna”.
Come funziona CellMon
La Regione individua tramite ricognizioni o su segnalazioni dei Comuni le aree dove il servizio telefonico e di connettività dati mobile a banda ultra-larga è carente, poi il traliccio viene impiantato su un terreno fornito dal Comune. Connessi alla rete Lepida, i tralicci vengono messi a disposizione degli operatori di telefonia, a patto che prevedano l’attivazione del servizio alla cittadinanza entro sei mesi, con un impegno a mantenerlo attivo per almeno cinque anni. È essenziale il contributo al progetto da parte di Lepida ScpA, società partecipata della Regione, a cui è stata affidata la progettazione di fattibilità tecnica ed economica, la progettazione esecutiva, la realizzazione, il collaudo e la successiva gestione dei tralicci, tenendo conto della natura pubblica dei siti.
La Regione da diversi anni ha attivato le prime ricognizioni in collaborazione con Lepida e UNCEM per individuare le aree scoperte. Nel settembre 2020 l’attivazione del primo traliccio a Vernasca, nel piacentino, cui hanno fatto seguito nuove installazione su tutto l’Appennino emiliano-romagnolo da Piacenza a Rimini.
Lo stato di avanzamento lavori dei siti per i quali è già stata individuata la posizione di realizzazione è visibile sul sito https://cellularimontagna.lepida.it