La Provincia di Reggio Emilia ricorda che – con la Deliberazione della Giunta n° 1518 – la Regione Emilia-Romagna ha improvvisamente modificato il Calendario venatorio, rimandando all’1 ottobre l’apertura generale della caccia, a poche ore dalla data normalmente prevista (la terza domenica di settembre).
Il provvedimento si è reso necessario per ottemperare alla sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna n. 543 del 7 settembre scorso, con la quale i giudici amministrativi bolognesi hanno accolto alcuni rilievi sollevati dalla Lega abolizione caccia.
La modifica più importante riguarda appunto la data di inizio generale della caccia – quella che interessa sia la selvaggina stanziale sia la migratoria, tanto negli ambiti territoriali di caccia (Atc) quanto nelle aziende faunistiche venatorie (Afv) – che storicamente ha sempre coinciso con la terza domenica di settembre e che anche il Calendario venatorio di quest’anno prevedeva inizialmente appunto per domenica 17 settembre.
In seguito alla sentenza del Tar e alla conseguente nuova delibera regionale, la stagione di caccia quest’anno partirà dunque domenica 1 ottobre. Regione, Province e associazioni venatorie si stanno prodigando nel dare la più ampia informazione, ma da domenica il personale di vigilanza dovrà necessariamente essere impegnato nel far rispettare questa novità.
Altra modifica riguarda la possibilità di fruire, dall’1 ottobre al 30 novembre, di una sola giornata in più a scelta ogni settimana (contro le due originariamente previste) per la caccia alla sola migratoria, da appostamento fisso o temporaneo.
A parziale consolazione dei cacciatori – che saranno presumibilmente contrariati da queste novità – c’è da dire che sarà loro possibile continuare la cosiddetta caccia di “preapertura” a corvidi, colombaccio e merlo fino a giovedì 28 settembre, secondo le modalità già disposte dal Calendario venatorio, ovvero solo nelle giornate fisse di giovedì e domenica, da appostamento, fino alle ore 13. Per il merlo, però, il prelievo è consentito solo per un massimo di 3 giornate a cacciatore e con un carniere giornaliero massimo di 5 capi. La caccia alla tortora, invece, quest’anno è definitivamente chiusa. Nello stesso periodo, inoltre, continua ad applicarsi la caccia in deroga a storno e piccione, con le modalità già individuate dalle norme specifiche.
Sarà inoltre possibile continuare l’addestramento dei cani da caccia fino a giovedì 28 settembre, tranne che nelle giornate di martedì e venerdì – sempre vietate – mentre per le giornate di giovedì e domenica sarà possibile solo dopo le ore 13.
Tutti questi adeguamenti – informa la Regione – si sono resi necessari “per non incorrere in responsabilità per danno erariale” informa la stessa Regione, precisando che ricorrerà in appello al Consiglio di Stato ed informando che “in attesa di approfondimenti, si è deciso per il momento di non dare seguito alla richiesta di anticipare la chiusura della
caccia alle specie migratrici”. La Regione Emilia-Romagna, inoltre, ha avviato l’iter per richiedere ad Ispra di poter prolungare il periodo di caccia alla selvaggina stanziale di altri dieci giorni nel mese di dicembre: in caso di parere favorevole, saranno adottati ulteriori provvedimenti in tal senso.