MILANO (ITALPRESS) – Scegliere una destinazione accogliente e inclusiva è essenziale per i viaggiatori LGBTQ+ che devono organizzare le proprie vacanze. Esistono però dinamiche e situazioni discriminatorie che influiscono sul modo in cui queste persone vengono accolte nel mondo. Quattro quinti dei viaggiatori italiani LGBTQ+ (83%) sostiene infatti di tenere in considerazione la propria sicurezza e il proprio benessere durante la scelta della meta di viaggio. Quasi due terzi (61%) di loro hanno inoltre dichiarato che essere viaggiatori LGBTQ+ ha influenzato la lista di destinazioni da visitare almeno una volta nella vita, mentre oltre un terzo (48%) ha dovuto cancellare un viaggio nell’ultimo anno dopo aver scoperto che la destinazione scelta non supportava chi si identifica come LGBTQ+.
“Per i viaggiatori LGBTQ+, scegliere una destinazione accogliente e inclusiva è fondamentale per pianificare un viaggio. La cruda realtà è che ci sono alcune barriere che influenzano il modo in cui i viaggiatori LGBTQ+ sono accolti in tutto il mondo, che a loro volta influenzano le decisioni che prendono quando scelgono una destinazione”. A parlare è Alessandro Callari, Regional Manager Italia, Israele e Malta di Booking.com, in merito alla ricerca Travel Proud – commissionata da Booking.com e condotta in modo indipendente su un campione di 11.555 viaggiatori LGBTQ+ in 27 Paesi – che rivela le mete preferite dei viaggiatori LGBTQ+ per una vacanza inclusiva nel 2023. In Italia è risultata Milano la destinazione italiana preferita.
“Ai viaggiatori è stato chiesto di pensare alle proprie esperienze e condividere le destinazioni che ritengono tra le più accoglienti e inclusive. Per l’Italia sono emerse Milano, Roma, Firenze, Napoli e Torino”, sottolinea Callari.
L’Italia è la nazione con il maggior numero di strutture Proud Certified: ad oggi, sono più di 6000 – su un totale di oltre 24.000 in tutto il mondo – gli alloggi che hanno ricevuto l’icona Travel Proud su Booking.com, come segno di riconoscimento per gli sforzi compiuti verso un’ospitalità inclusiva.
“Tutto quello che facciamo a Booking.com è rimuovere le difficoltà del viaggio e aiutare le persone ad avere esperienze incredibili – afferma Callari -. Ecco perchè nel 2021 abbiamo lanciato il nostro programma Travel Proud, che fornisce formazione gratuita ai nostri partner di alloggio per aiutarli a comprendere meglio le sfide specifiche affrontate dai viaggiatori LGBTQ+ e cosa si può fare per far sentire ogni ospite benvenuto. Una delle caratteristiche principali del nostro programma di viaggi è il badge digitale che i nostri partner ricevono una volta completata la formazione, in quanto – aggiunge – aiuta i viaggiatori a identificare facilmente i soggiorni che forniscono un pò più di sicurezza in termini di accoglienza durante la loro esperienza. La nostra ricerca ci dice anche che la maggior parte dei viaggiatori LGBTQ+ (68%) sono più propensi a cercare attrazioni e attività su misura per la comunità. Attraverso la sezione “Attrazioni” sulla nostra piattaforma offriamo una serie di attività specifiche LGBTQ+ in tutto il mondo, da passeggiate
guidate nelle vivaci strade del Marais a Parigi e di Asakusa e 2-Chome a Tokyo fino a un tour informativo a New York che documenta come le comunità LGBTQ+ hanno contribuito a plasmare il quartiere di Chelsea facendolo diventare il posto che è oggi”.
La formazione Travel Proud di Booking.com è ora disponibile in inglese, italiano, francese, spagnolo, portoghese brasiliano e presto anche in tedesco, con sessioni di formazione disponibili in tutte le lingue almeno una volta alla settimana. “Naturalmente, il nostro team di assistenza clienti è a
disposizione 24/7 per rispondere a qualsiasi domanda o dubbio che i clienti potrebbero avere sul loro soggiorno, anche quando si tratta della loro esperienza di viaggiatori LGBTQ+”, assicura Callari.
Dalle capitali vivaci ai ritiri sulle spiagge tropicali, secondo la ricerca di Booking.com, alcune delle località selezionate dai viaggiatori LGBTQ+ fuori dall’Italia come inclusive e accoglienti sono Kyoto, Nizza, Chiang Mai, Puerto Vallarta e Gand.
Le esperienze di viaggio positive si stanno rivelando molto più comuni e, senza dubbio, stanno facendo crescere la fiducia delle comunità LGBTQ+. Oltre quattro quinti (l’84%) dei viaggiatori LGBTQ+ affermano di aver sperimentato qualche forma di interazione positiva, in particolare quando si tratta di interazioni con i luoghi in cui soggiornare: il 38% ha avuto una corrispondenza amichevole e informativa con la struttura prima dell’arrivo (rispetto al 18% nel 2022); il 38% dei viaggiatori afferma di aver avuto un’ottima prima impressione all’arrivo, con drink di benvenuto e personale cordiale (rispetto al 26% nel 2022).
“L’industria dei viaggi sta già facendo la sua parte nel plasmare gli atteggiamenti e le percezioni, con quattro quinti (80%) dei viaggiatori LGBTQ+ italiani che ci dicono di sentirsi più a loro agio quando sono in viaggio grazie alla crescente inclusività del settore dei viaggi – dice Callari -. Ma c’è ancora tanto altro che può essere fatto per soddisfare le esigenze dei viaggiatori LGBTQ +. Per esempio, se da una parte è comune (38%) dare indicazioni e informazioni sul posto durante il check-in, accade molto meno (12%) che venga offerta una guida specifica LGBTQ+. Quasi un terzo (30%) vorrebbe anche ricevere informazioni sullo stato LGBTQ+ del luogo, come leggi locali, sensibilità religiose e suggerimenti su dove andare per essere sicuri”.
“Gran parte delle persone non riescono a sentirsi completamente sè stessi quando viaggiano. Ciò rappresenta per noi una chiara necessità e opportunità per contribuire a rendere l’esperienza di viaggio più facile, più inclusiva e più accogliente per i viaggiatori LGBTQ + – e in definitiva per tutti”, conclude.

– foto ufficio stampa Booking.com –
(ITALPRESS).