La Radioterapia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena di Modena guidata dal professor Frank Lohr e il Servizio di Fisica Sanitaria diretto dal dottor Gabriele Guidi si confermano punto di riferimento nell’ambito della ricerca scientifica come ha dimostrato la recente partecipazione al Congresso Europeo di Radioterapia che si è svolto nelle scorse settimane a Vienna, con tre comunicazioni orali di cui due su studi clinici. In particolare, l’AOU di Modena è stata rappresentata dal dottor Nicola Maffei (Fisica Sanitaria), e dai dottori Ercole Mazzeo e Alessio Bruni (Radioterapia).
“Il congresso della European SocieTy for Radiotherapy and Oncology (ESTRO) – spiegano il professor Lohr e il dottor Guidi – è l’evento più importante per il mondo della Radioterapia Europea tanto che quest’anno ha richiamato a Vienna circa 6500 esperti internazionali del settore. Le nostre unità hanno partecipato con ben tre comunicazioni orali selezionate relative a due studi clinici riguardanti il trattamento di neoplasie prostatiche e polmonari più un ulteriore contributo scientifico sulla possibilità di ridurre la dose di radiazioni al cuore nel trattamento adiuvante della mammella”.
“Ancora una volta e come sempre più spesso è accaduto in questi anni – aggiunge il dottor Gabriele Guidi – le sinergie dei nostri team, mix di esperienza e giovani, hanno dimostrato la loro professionalità e capacità scientifica nel monto internazionale. I frutti di scelte condivise, tecnologie, investimenti e programmazioni con visioni a lungo termine si sono dimostrate vincenti e consentono di confrontarsi allo stesso livello del mondo scientifico più evoluto e fornire cure di qualità con tecnologie avanzate”
I due studi presentati al congresso
“La Radioterapia – spiega il dottor Ercole Mazzeo – è da sempre utilizzata per la cura del tumore prostatico con trattamenti che prima prevedevano un numero elevato di sedute (circa 37-38) con importanti implicazioni sia in termini di aderenza alla terapia da parte del paziente sia per la gestione delle liste d’attesa dei centri di radioterapia”.
A Modena, grazie ad un progetto di ricerca finanziato dalla Regione Emilia – Romagna (IGIM Trial: “EFFICACIA E SICUREZZA CLINICA DELLA IGRT/IMRT IPOFRAZIONATA” coordinato dal dottor Bruno Meduri) che ha visto coinvolti i centri di Bologna-Bellaria, Reggio Emilia, Ferrara e Meldola è stato portato avanti uno studio di confronto (randomizzato) tra due diversi schemi di trattamento per pazienti con tumore prostatico localizzato (37/39 versus 15 sedute con una maggiore dose per singola seduta). Attualmente, lo studio IGIM è l’unico al mondo ad aver confrontato in maniera diretta l’impatto delle moderne metodiche di registrazione di immagini, utilizzate solo nel gruppo sperimentale, nel controllare i potenziali effetti collaterali legati alla radioterapia.
“Al recente Congresso ESTRO 2023 – continua il dottor Ercole Mazzeo – ho avuto il piacere di presentare i risultati preliminari di questo studio dai quali emerge un’ottimale tolleranza al trattamento sperimentale, senza particolari differenze in termini di effetti collaterali rispetto al frazionamento standard. I dati definitivi sono in fase di elaborazione e saranno oggetto di pubblicazione su rivista scientifica. Se si confermerà l’equivalenza anche in termini di controllo di malattia la schedula con 15 frazioni (ipofrazionato) potrà essere usata routinariamente nella pratica clinica”.
“Contemporaneamente – prosegue il dottor Alessio Bruni – ho potuto presentare i risultati preliminari ottenuti da uno studio multicentrico italiano che ha coinvolto più di 250 pazienti e che ho co-condotto con i Colleghi dell’Università “L. Vanviltelli” di Napoli circa il ruolo della radioterapia adiuvante dopo chirurgia per pazienti affetti da neoplasia polmonare non a piccole cellule. Lo studio ha confermato che l’utilizzo di metodiche più sofisticate come quelle disponibili nel nostro Centro (oltre che negli altri Centri partecipanti, tra cui Reggio Emilia e Parma e comunque disponibili in tutti i centri di radioterapia della Regione Emilia-Romagna) permette di garantire un tasso di recidiva molto basso, mantenendo un ottimo profilo di tollerabilità in pazienti già provati da un intervento chirurgico talvolta ancora invasivo e debilitante”.
Il dottor Nicola Maffei, infine, ha presentato i risultati dello studio relativi alla simulazione del battito cardiaco durante le sedute di radioterapia per valutare le diverse dosi di radiazioni ricevute dalle singole sottostrutture cardiache. L’impiego di innovative metodiche di registrazione di immagine deformata, simulazioni di movimento d’organo, ricostruzione di immagini sintetiche, segmentazione automatica e calcolo dosimetrico con le moderne tecniche di pianificazione in uso presso la nostra UOC hanno permesso di evidenziare la robustezza dei piani di trattamento se eseguiti con tecniche di avanguardia nonostante le possibili variazioni anatomiche che si possono verificare durante la radioterapia. Lo studio condotto ha permesso di valutare il movimento intra-frazione di importanti organi a rischio come il cuore durante la radioterapia in pazienti affette da carcinoma mammario operato, dimostrando ancora una volta come il trattamento radiante può oggi essere somministrato con estrema sicurezza in pazienti affette da tumore della mammella sinistra operato.