Con la Rete IRCCS di Neuroscienze e Neuroriabilitazione, anche l’IRCCS Istituto di Scienze Neurologiche dell’Azienda USL di Bologna entra nell’intergruppo parlamentare per le Neuroscienze e l’Alzheimer promosso dalla senatrice Beatrice Lorenzin – già ministro della Salute – e dalla deputata Annarita Patriarca. Finora, all’iniziativa, hanno aderito 53 parlamentari e le associazioni di pazienti maggiormente rappresentative.
Ogni anno, in Italia, vengono diagnosticati circa 150mila nuovi casi di demenza mentre i nuovi malati di Alzheimer sono circa 70mila all’anno per un totale complessivo di 650mila pazienti a cui prestano cura e assistenza 3 milioni di caregiver. Il costo annuo della malattia di Alzheimer, dicono le stime, è di oltre 15 miliardi di euro. «L’ingresso dell’Alzheimer nell’agenda politica di questo Parlamento e di questo Governo – hanno detto le due promotrici – non è solo un tema prettamente sanitario ma sociale a tutto tondo con importanti riflessi economici e di tenuta del sistema».
Il professor Raffaele Lodi, Direttore scientifico dell’IRCCS dell’Azienda USL di Bologna e Presidente della RIN definisce l’intergruppo «fondamentale perché – spiega – si propone di affrontare finalmente in maniera organica gli aspetti assistenziali, scientifici e di impatto dell’Alzheimer sia sui pazienti sia sui loro familiari tenuto conto che il singolo malato impatta, oltre che su sé stesso su almeno tre familiari.
Senz’altro utile potrà essere, al conseguimento degli obiettivi, il contributo della RIN, «infrastruttura permanente al servizio del Paese nello studio e nel trattamento del disturbo cognitivo nelle malattie neurodegenerative con metodologia diagnostico–terapeutica condivisa tra gli IRCCS associati che, in questi anni, hanno armonizzato i propri protocolli clinici, sviluppato piattaforme tecnologiche comuni con cui svolgere esami strumentali e di laboratorio e creato database in cui vengono raccolti e condivisi permanentemente i dati. Un patrimonio – ha aggiunto Lodi – che ci consente di affrontare i diversi aspetti della patologia con gli stessi strumenti clinici. In Italia la RIN ha individuato markers genetici, biologici e di neuroimaging sempre più precoci del deficit cognitivo nelle malattie neurodegenerative e, in attesa di trattamenti farmacologici, si sta occupando – con strumenti comuni agli IRCCS – di terapie basate sulla neuromodulazione, sul trattamento cognitivo e sulla teleriabilitazione del deficit cognitivo – validando, proprio su quest’ultimo versante, protocolli applicati a livello nazionale dai centri aderenti».
Secondo Lodi, infine, il riordino della disciplina degli IRCCS «rafforza il ruolo delle Reti come infrastrutture permanenti al servizio di Istituti nell’esigenza di mettere a fattor comune non solo competenze ma anche strumentazione e che (il riferimento è all’articolo 4 della stessa legge), contribuiranno a potenziare la capacità operativa del Servizio Sanitario Nazionale e delle Reti Regionali. Tra i nostri compiti precipui, infatti, vi è anche quello di rapportarci con i territori che hanno già sviluppato, localmente, esperienze di networking tra le varie strutture».
Proprio stamane, alla Camera, il Direttore Scientifico dell’Istituto Scienze Neurologiche di Bologna partecipa al convegno Alzheimer e Neuroscienze: una priorità per il Paese, evento che vede la partecipazione tra gli altri del Ministro Orazio Schillaci e del Ministro Anna Maria Bernini dedicato alle malattie neurodegenerative per avviare un confronto tra i principali interlocutori delle Istituzioni, proprio alla luce della nascita dell’intergruppo. L’intervento del professor Lodi, si inserisce nella discussione relativa ai contributi del mondo scientifico nella promozione di soluzioni innovative per diagnosi e cura, incrociando i temi più attuali anche in relazione alla riforma degli IRCCS e delle Reti stesse.
“Si tratta di un passo importante – sottolinea Paolo Bordon, Direttore generale dell’Azienda USL di Bologna e dell’IRCCS. L’Istituto delle Scienze Neurologiche, strutturato all’interno dell’Azienda USL di Bologna, garantisce infatti uno stretto interscambio con gli specialisti del territorio ed i Medici di Medicina Generale trasferendo rapidamente sul territorio sia la diagnostica più avanzata sia i trattamenti riabilitativi e, nel prossimo futuro, quelli farmacologici”.
“Un’occasione in cui l’esperienza della Sanità dell’Emilia-Romagna potrà ulteriormente contribuire ad affrontare una delle sfide più urgenti dei nostri tempi, che dagli aspetti sanitari si allarga a quelli sociali ed economici, coinvolgendo anche le famiglie e i caregiver dei pazienti. A tutti i componenti del gruppo interparlamentare e del relativo Comitato Tecnico Scientifico, il mio augurio di una proficua collaborazione” conclude Raffaele Donini, Assessore alle politiche per la salute dell’Emilia-Romagna.