L’Urologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal prof. Salvatore Micali, negli ultimi mesi ha eseguito due difficili interventi di chirurgia robot-assistita che hanno aperto nuove opzioni terapeutiche per i pazienti che si rivolgono agli ospedali modenesi.
Nelle scorse settimane, l’equipe composta dal dott. Stefano Puliatti, dal dott. Cosimo De Carne e dalla dottoressa Stefania Ferretti ha eseguito un intervento di duplice tumorectomia renale contemporanea robot-assistita su un uomo di 52 anni che oggi sta bene e si sottoporrà ai follow-up previsti. A Natale, invece, l’equipe ha eseguito una cistectomia radicale laparoscopica robot-assistita con ricostruzione totalmente intracorporea, per la prima volta in un paziente di 66 anni con rene ectopico pelvico. Entrambi gli interventi sono stati svolti all’Ospedale Civile di Baggiovara dove l’attività anestesiologica è stata assicurata dalla Struttura di Anestesia e Rianimazione diretta dalla dottoressa Elisabetta Bertellini. Da non dimenticare il supporto del personale infermieristico del blocco operatorio coordinato da Umberto Filippi.
“Sono molto soddisfatto di questo ulteriore upgrade dell’attività di Chirurgia urologica robotica che conferma l’Ospedale di Baggiovara come polo chirurgico di eccellenza nell’ambito della rete provinciale e regionale – si è complimentato il dottor Claudio Vagnini, Direttore Generale dell’AOU di Modena – ancora una volta è importante sottolineare che, grazie alla Sanità pubblica, i cittadini, sia quelli Modenesi, sia quelli provenienti da fuori provincia e Regione, sono in ottime mani. Un’altra caratteristica che mi piace sottolineare è che l’Urologia dell’Ospedale Civile può contare su una squadra dove giovani chirurghi come il dottor Puliatti e il dottor De Carne hanno già una grande esperienza che consente loro di svolgere interventi complessi coadiuvati dal prof. Micali e dalla Dottoressa Ferretti che è giunta a Modena un anno fa e che oggi presentiamo ufficialmente”.
“L’Urologia della Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – ha ricordato il prof. Salvatore Micali, Direttore della Cattedra e della Scuola di Specializzazione in Urologia di UNIMORE – è sempre stata all’avanguardia e punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per la chirurgia robot-assistita. Era infatti il 2007 quando sotto la guida del prof. Giampaolo Bianchi, l’Urologia modenese, fra le prime in Italia, iniziò ad eseguire interventi laparoscopici robot-assistiti. Oggi è anche l’occasione per presentare la dottoressa Stefania Ferretti che da circa un anno si è trasferita a Modena dalla Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma dopo oltre 20 anni di attività per rafforzare il nostro team chirurgico. Stefania ha un importante expertise in tecniche endourologiche e mini-invasive oncologiche nonché in chirurgia tradizionale è stata referente per anni in ambito multidisciplinare presso AOU di Parma (fibrosi idiopatica retroperitoneale, trapianto renale, endometriosi, tumore ovarico, calcolosi pediatrica), già coordinatrice del PDTA calcolosi dell’adulto e del bambino in tale realtà. Il suo arrivo rafforza le nostre competenze chirurgiche e ci consente di crescere insieme in un’efficacie amalgama tra chirurgi esperti e più giovani.”
“La chirurgia robotica è la chirurgia mini-invasiva per eccellenza, rappresenta ormai il gold standard per numerosi interventi urologici oncologici – ha confermato la dottoressa Stefania Ferretti, Responsabile della Struttura Semplice di Endourologia e Chirurgia Urologica Mini-Invasiva e del PDTA del Tumore della Prostata – Gli interventi vengono eseguiti utilizzando piccole incisioni cutanee, attraverso cui vengono inserite le braccia robotiche guidate dal chirurgo seduto in console. Il robot permette al chirurgo di avvalersi di un elevato grado di precisione nei movimenti, di una visione magnificata e in 3 dimensioni. Grazie a queste peculiari caratteristiche si riescono ad ottimizzare i risultati degli interventi. Nei due casi specifici, ci siamo misurati il primo caso al mondo di cistectomia radicale robotica in paziente con rene ectopico, cioè posizionato nella pelvi anziché nell’addome. Nell’altro caso, invece, siamo riusciti a salvare un rene con due neoplasie, per consentire di avere tutte le opzioni terapeutiche anche nel secondo rene affetto pure questo da neoplasia”.
La chirurgia urologica robotica di Modena è stata, inoltre, confermata come Centro di Insegnamento robotico certificato ERUS (EAU Robotic Urology Section), nell’ultimo Congresso della Società Europea di Urologia. Questo a conferma del ruolo di leadership in questo ambito non solo a livello Nazionale ma anche internazionale.
“Nella chirurgia del rene e della vescica – ha precisato la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore dell’Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Civile – la diffusione delle tecniche mininvasive robotiche, l’evoluzione nella gestione anestesiologica e antalgica hanno ridotto i rischi di complicanze intra e postoperatorie, la durata della degenza, migliorato gli esiti, facilitando, in pochi giorni, la ripresa dell’autonomia garantita da mobilizzazione precoce, dalla ripresa dell’ alimentazione e da un adeguato controllo del dolore. Occorre tuttavia ricordare che tale approccio chirurgico, nonostante le ridotte dimensioni dell’incisione e il minor rischio di sanguinamento, rimane una procedura ad alta complessità, talvolta associata a condizioni cliniche del paziente non ottimali (età avanzata, altre patologie, assunzione di terapia). Fondamentale un’attenta valutazione preoperatoria che escluda controindicazioni alla chirurgia robot-assistita e che tenga conto delle condizioni cliniche del paziente e di eventuali fattori di rischio per interventi in anestesia generale che richiedono, tempi chirurgici allungati, posizioni sul letto operatorio che condizionano la dinamica respiratoria e l’assetto cardiocircolatorio, la ridotta accessibilità al paziente. L’utilizzo di tecnologia innovativa anche per l’anestesia, di protocolli mirati, ma soprattutto una gestione multidisciplinare e multiprofessionale, con personale adeguatamente preparato, possono essere considerati i punti cardine del management anestesiologico”.
Il dettaglio degli interventi svolti
Il primo caso è stato eseguito in pieno periodo natalizio. In un uomo di 66 anni, a luglio 2022, era stato diagnosticato un tumore infiltrante della vescica. Dopo i controlli del caso il paziente era stato sottoposto a chemioterapia neo-adiuvante e successivamente candidato all’intervento. L’intervento consiste nell’asportazione della vescica e della prostata, dei linfonodi pelvici bilaterali e nell’utilizzo di un tratto di intestino che, in seguito all’anastomosi dei due ureteri provenienti dai reni, viene abboccato alla cute per il drenaggio delle urine (uretero-ileo-cutaneo stomia). Il tutto viene eseguito mediante soli 6 accessi chirurgici di meno di 1 cm di lunghezza. Questo permette una rapida ripresa post-chirurgica da parte del paziente e un miglior risultato estetico. Il caso ha richiesto particolare impegno ed accortezza da parte dell’equipe in quanto è stato il primo caso al mondo di cistectomia radicale robotica in paziente con rene ectopico. Il rene destro, infatti, non si trovava nella posizione abituale ma nella pelvi. Tale aspetto avrebbe potuto determinare una lesione accidentale dell’organo o una insufficiente lunghezza dell’uretere, necessario a consentire il drenaggio delle urine a seguito della rimozione della vescica. L’intervento è durato circa 7 ore. Al follow-up attuale il paziente, che ha eseguito anche tutti gli esami di controllo, è in buone condizioni di salute.
“La specificità di questo tipo di intervento – hanno spiegato il dottor Stefano Puliatti e il dottor Cosimo De Carne – sta soprattutto nella particolare posizione anatomica del rene destro del paziente che, per un’anomalia si trova nella pelvi anziché nell’addome. Questo non solo comporta la necessità di rimuovere la vescica con grandi attenzioni per evitare di danneggiare il rene, ma ci ha costretto a fare una parte ricostruttiva con delle particolarità tali da favorire il corretto drenaggio delle urine”.
Il secondo intervento di duplice tumorectomia renale contemporanea robot-assistita è stato effettuato a marzo. Un paziente di 52 anni ha avuto riscontro diagnostico incidentale di un doppio tumore del rene di destra e di altro piccolo tumore nel rene di sinistra. I tumori del rene di destra erano rispettivamente, il più grande di 5 cm di diametro, posizionato in una sede estremamente delicata, essendo aderente all’arteria e alla vena renale, e di 2 centimetri e mezzo il più piccolo. Il rene di sinistra invece ha una piccola neoformazione di circa 1 cm. Normalmente il paziente sarebbe stato candidato ad una asportazione completa del rene destro, ma essendoci una neoformazione anche nel rene controlaterale, l’equipe chirurgica, ha deciso di tentare la rimozione dei due tumori di destra preservando il tessuto sano e funzionante del rene. L’intervento di estrema complessità, durato circa 6 ore, eseguito con tecnica completamente robotica ha avuto grande successo. L’asportazione dei tumori del rene di destra è stata completa e il paziente ha mantenuto una ottima funzionalità renale. Il tumore controlaterale, essendo ancora di dimensioni molto piccole, verrà trattato in un secondo momento. Al follow-up attuale il paziente è in buone condizioni di salute.
Attività urologica
Dal gennaio 2022 all’aprile 2023 l’Urologia ha svolto 557 interventi di Chirurgia maggiore oncologica ed endourologica complessa su 1615. Un dato significativo se consideriamo che dal giugno all’ottobre 2022 c’è stata l’ultima forte riduzione di attività a causa della pandemia. Tra queste 40 nefrectomie parziali di cui 38 robot-assistite, 52 nefrectomie radicali di cui 10 robot-assistite, 10 laparoscopiche e le restanti in chirurgia tradizionale per grosse masse neoplastiche o reni infetti (23 OPEN, 9 laparoscopiche, 6 robot-assistite, 9 nefroureterectomie OPEN, 2 nefroureterectomia laparoscopica, 4 nefroureterectomie robot-assistite), 115 prostatectomie radicali robot-assistite, 17 Cistectomie radicali per tumore vescicale di cui 2 robot-assistite; vengono condotte tutte le tecniche di ricostruzione della via urinaria con neovescica ileale, condotto ileale sec Bricker ed ureterocutaneostomia a seconda delle indicazioni oncologiche e delle caratteristiche del paziente. 36 Nefrolitotrissie percutanee per calcolosi renali (PNL/ECIRS). A queste si gigungono 12 procedure endourologiche pediatriche di cui 3 nefrolitotomie percutanee, 236 ureteroscopie rigide e flessibili (URS/RIRS) per calcolosi reno-ureterali. 55 ureteroscopie flessibili diagnostiche/operative per sospetto tumore uroteliale o malattie restrittive/compressive ureterali.