ROMA (ITALPRESS) – “Il Servizio del Bilancio del Senato ha realizzato un dossier sul disegno di legge recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata regionale, nel quale vengono evidenziate criticità non oggettive, ma meramente ipotetiche. La verifica dei profili di onerosità finanziaria e della connessa copertura spetta infatti istituzionalmente alla Ragioneria generale dello Stato, organo deputato alla quantificazione degli oneri, che ha già approvato la relazione tecnica, allegata al disegno di legge presentato al Senato, con la bollinatura”. Lo afferma in una nota il ministro degli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli.
“Tale relazione tecnica d’accompagnamento al disegno di legge certifica che non vi sono rischi per il bilancio del Paese, inoltre l’autorizzazione alla presentazione del Ddl di iniziativa governativa ritengo possa superare tutti i rischi che vengono attribuiti alla legge. Sarà poi l’esame del Parlamento a definire i puntuali contenuti della legge – prosegue -. A fronte di un processo che, come la costituzione prevede, riconosce e promuove le autonomie, era ed è prevedibile che i palazzi e gli interessi del centralismo cercassero di intromettersi, utilizzando qualsiasi tipo di strumento”.
“Nel merito, il dossier predisposto dal Servizio del bilancio evidenzia semplicemente in termini discorsivi l’opportunità di approfondimenti rispetto a tematiche circoscritte. Nessuno ha sottolineato come questo dossier che, se interpretato in chiave politica può apparire critico, risulta invece evidentemente carente sotto il profilo tecnico, in quanto non presenta alcun riferimento a quantificazioni oggettive e misurate – spiega ancora Calderoli -. Va inoltre rilevato che il Servizio Studi, articolazione di carattere tecnico al pari del Servizio del bilancio, ha in precedenza (e quindi non dopo il Servizio del bilancio del Senato) predisposto un proprio dossier, oggettivamente più solido, nel quale non si rilevano le criticità evidenziate dal Servizio del bilancio, e anzi, con riguardo al metodo prescelto dal Governo, si sottolinea che «Per quanto riguarda la scelta di ricorrere ad un disegno di legge volto a disciplinare, in generale, le modalità di attuazione del disposto di cui al terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, […] il Governo ha così ripreso un’impostazione già fatta propria da altri governi, con particolare riferimento ai Governi Gentiloni e Conte, con l’intento di perseguire specificamente due obiettivi primari: un più ordinato e coordinato processo di attuazione e un più ampio coinvolgimento delle Camere». Il dossier del Servizio Studi non presenta rilievi sul piano della quantificazione e della copertura degli oneri finanziari, suggerendo esclusivamente sul piano redazionale la precisazione nell’indicazione di un comma richiamato nel disegno di legge”, conclude Calderoli.
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