Questo primo stralcio di lavori, del valore di 95 mila euro, è servito a effettuare le azioni più urgenti per sottrarre il bene da una situazione di precarietà dovuta all’assenza di copertura da diversi anni e di vulnerabilità peggiorata con le sollecitazioni indotte dagli eventi sismici del 2012.
A verificare di persona il completamento del restauro e della riparazione dell’edificio con rafforzamento locale sono stati il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Bosi nel corso di un sopralluogo sul posto con tecnici, comunali che si è svolto questa mattina, mercoledì 12 aprile, cui ha partecipato anche padre Arletti della Chiesa ortodossa.
I lavori, autorizzati dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, sono stati finanziati per circa 40 mila euro dalla Regione Emilia-Romagna con risorse per la ricostruzione post sisma e per 55 mila euro dal Comune. Il criterio utilizzato per l’intervento è di tipo conservativo, senza la ricostruzione di parti mancanti, consentendo la lettura completa dell’edificio e della sua travagliata storia.
L’intervento ha riguardato, in particolare, la realizzazione della copertura, la velinatura cautelativa delle pareti in modo da salvare i decori pittorici rimasti e la posa di gronde e pluviali e innesto alla rete esistente previa verifica e pulizia.
I lavori sono partiti con il consolidamento strutturale, quali la ricostruzione della copertura, previo rinforzo e preparazione del cornicione e il consolidamento della cuspide mediante un perno in acciaio. Nel dettaglio, è stato realizzato un sistema di connessione diffuso con barre in acciaio tra la copertura e le pareti murarie per bloccare i meccanismi locali di ribaltamento delle facciate in caso di sisma, oltre a interventi di cuci e scuci.
È attualmente in corso la progettazione del secondo stralcio di interventi, del valore di circa 200 mila euro, che comprende la pulitura, il consolidamento e restauro delle superfici interne, la disinfestazione, il consolidamento e il parziale reintegro a neutro degli intonaci mancanti, la ripresa dei decori nelle parti interne, la realizzazione di un portone analogo a quello attualmente presente, il restauro delle inferriate e della croce sommitale, la pulizia e ceratura del pavimento, oltre alla posa delle finestre e della lunetta. È prevista inoltre la sistemazione del sagrato e la realizzazione degli impianti elettrici e di illuminazione interni ed esterni, in modo da rendere completamente fruibile al pubblico l’edificio.
La chiesetta Ricci fa parte di un complesso abitativo rurale padronale a corte, presumibilmente di epoca tardo settecentesca, ed è costituita da un unico ambiente rettangolare di circa 42 metri quadrati. Si presenta con un interno piuttosto semplice: sulle pareti laterali sono presenti due finestre e, in corrispondenza del presbiterio, una porta. Sui lati sono collocate quattro lapidi commemorative di membri della famiglia Ricci mentre sul pavimento, in prossimità dell’ingresso, è presente una lapide di chiusura della camera tombale sotterranea dove, oltre ai resti di Giuseppe Ricci, sono conservate le spoglie di alcuni altri esponenti della famiglia modenese.
Un tempo di proprietà privata, è divenuta di proprietà dello Stato per rinuncia da parte dei proprietari nel 1993 e, con l’accordo di valorizzazione con la Direzione regionale dell’Emilia-Romagna dell’Agenzia del Demanio, il Comune ne è diventato proprietario nel 2019. Già prima, l’Amministrazione comunale si era interessata per la messa in sicurezza del bene e aveva aperto il confronto con la Regione per il suo recupero: il progetto preliminare era infatti stato presentato e approvato già a fine 2017.