Cresce l’inflazione e aumenta il costo della vita, ma rimangono pressoché invariate nel 2023 le tariffe dei servizi a domanda individuale resi dal Comune di Modena, un elenco di prestazioni che comprende tra gli altri le case di riposo per anziani, gli asili nido e le mense, ma anche corsi extrascolastici, impianti sportivi, iniziative culturali. Aumenta così la quota di copertura dei costi diretti da parte del Comune, con la fiscalità generale, mentre la copertura garantita dalle entrate delle tariffe scende dal 40,8 al 40,1 per cento.
Insieme al Bilancio di previsione 2023-2025, nella seduta di giovedì 30 marzo il Consiglio comunale ha approvato, appunto, la delibera che prevede l’individuazione dei servizi a domanda individuale e la determinazione della percentuale di copertura dei relativi costi. Si tratta del documento finanziario che determina l’offerta ai cittadini nei settori del welfare, della scuola e della cultura.
La delibera, presentata dal vicesindaco e assessore al Bilancio Gianpietro Cavazza, ha ottenuto il voto favorevole di Partito democratico, Europa Verde-Verdi, Modena Civica e Sinistra per Modena; contrari Gruppo Indipendente per Modena, Lega Modena, Alternativa Popolare, Forza Italia, Movimento 5 stelle e Fratelli d’Italia.
Nel provvedimento sono compresi anche il servizio di prolungamento d’orario per asili nido e scuole materne, il trasporto scolastico, il servizio di pre-scuola elementari, le case albergo comunali e i centri residenziali per persone disabili adulte, e la sala prove.
Per questi servizi, l’impegno economico totale per l’Ente supera i 20 milioni di euro. Le entrate da tariffe previste per i cittadini ammontano complessivamente a 8 milioni e 173 mila euro e arrivano a coprire i costi del Comune, appunto, per poco più del 40 per cento.
Per le rette dei nidi, inoltre, è confermata la riduzione introdotta attraverso il contributo della Regione.
Considerando anche le contribuzioni e i trasferimenti a specifica destinazione, che portano le entrate complessive a superare i 10 milioni di euro, il disavanzo dei servizi a domanda individuale si attesta sui 9 milioni e 780 mila euro.