Cresce l’attesa per l’arrivo al Teatro Duse di Bologna di Giorgio Lupano, in scena il 15 febbraio alle ore 21 con ‘La vita al contrario – Il curioso caso di Benjamin Button’, tratto dal racconto fantastico di F. S. Fitzgerald, noto al grande pubblico per il film di David Fincher del 2008, con Brad Pitt e Cate Blanchett, vincitore di tre premi Oscar.
L’adattamento teatrale è di Pino Tierno. Alla regia Ferdinando Ceriani che firma una messinscena onirica e suggestiva, in cui Lupano dà anima e corpo alla storia dell’uomo nato anziano e morto bambino: una vita al contrario, appunto, per ricordarci che l’esistenza di ciascuno ha in sé qualcosa di straordinario.
La trasposizione per la scena è ambientata in Italia, dall’Unità ai primi anni Settanta. La vicenda è, infatti, accompagnata dalle musiche che hanno caratterizzato quell’arco storico, dalla fine dell’Ottocento, passando per le due guerre mondiali, fino al boom economico.
Il protagonista, ribattezzato Nino Cotone, ha con sé una valigia, dentro ci sono i ricordi della sua strana vita. Vuole raccontarla prima di dimenticare, prima di cadere in un eterno presente, quello dei neonati che non hanno la percezione del tempo che passa.
Vittima di una linearità alterata e paradossale, Nino affronta molteplici temporalità che sembrano riunirsi e coincidere in un unico punto, ovvero nella parola scritta, in quei fogli del suo diario che vuole affidare alla memoria degli spettatori:
Nel suo adattamento, Tierno rimane il più possibile fedele all’opera originale, servendosi della voce narrante del protagonista, proprio come fece a suo tempo Fitzgerald. Ampio spazio è riservato all’onirico, all’immaginazione ad una tridimensionalità interpretativa che Lupano affronta magistralmente, toccando tutte le corde della recitazione: dal comico al grottesco, fino al drammatico.
Una figura femminile, affidata a Elisabetta Dugatto, accompagna l’intera vita del protagonista: prenderà prima le sembianze dell’infermiera che assiste sconvolta alla sua nascita e poi della balia che lo accudisce bambino nelle sue ultime ore di vita. Al centro della storia l’amore per Bettina sua moglie, ma anche le avventure con le altre donne con cui Nino vivrà gli sfrenati anni della sua maturità.
“Parola, musica, immagini, canzoni sono gli ingredienti del racconto di una vita in cui il tempo, sottratto alla natura convenzionale che l’uomo gli ha attribuito, si reinventa e ci fa riflettere sul senso di un’esistenza – spiega Ceriani – non più scandita dalle lancette, ma dal sentimento”.