“Il Comune opera già attraverso molteplici progetti per l’educazione multiculturale e l’apprendimento della lingua italiana da parte degli stranieri. Ma è necessario compiere un salto qualitativo già a partire dal prossimo anno scolastico, perché la scuola ed i percorsi educativi multiculturali sono uno dei terreni privilegiati rispetto alle politiche di governance locali per l’inclusione degli stranieri” ha detto oggi l’assessore comunale alla Sicurezza e Coesione sociale Franco Corradini in risposta a un’interpellanza del consigliere Mario Poli (Udc).

Poli chiedeva di “conoscere quali progetti sono stati messi in cantiere per aiutare le tante persone immigrate ad approfondire con metodo la conoscenza della lingua italiana, della storia, della cultura italiana, dei propri diritti e dei propri doveri” e sollecitava l’Amministrazione comunale a compiere “uno sforzo straordinario per stipulare convenzioni con radio e tv locali perché, d’intesa anche con l’Ufficio scolastico provinciale di Reggio Emilia, si realizzino in fasce di orario utili, programmi dedicati all’insegnamento dell’italiano agli stranieri, similmente a quanto fece la Rai, negli anni Sessanta con la trasmissione “Non è mai troppo tardi”; e per aprire un tavolo di concertazione con Provincia, associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali confederali e Ufficio scolastico provinciale per arrivare a definire un Piano di studio della storia e della cultura italiana generalizzato e riservato ai lavoratori dipendenti migranti, con utilizzo di ore di lavoro retribuite, così come accadde con le 150 ore dei metalmeccanici negli anni Settanta”.

“Rispetto alle politiche per l’integrazione e in particolare all’apprendimento della lingua italiana da parte degli immigrati – ha proseguito Corradini – è fondamentale mettere a sistema l’intera azione dell’Amministrazione comunale con l’Ufficio scolastico provinciale, la Provincia, per ciò che attiene l’obbligo scolastico e con il mondo del lavoro, i sindacati, le associazioni di categoria economiche, le associazioni di volontariato per gli adulti. Il lavoro dell’Amministrazione comunale, in questi mesi, è stato quello di definire un progetto trasversale che coinvolgesse oltre agli assessorati alla Coesione sociale e alla Scuola anche l’Istituzione scuole e nidi d’infanzia, la scuola, la città educativa, Mondinsieme. Per questo abbiamo attivato due tavoli di confronto. Il primo con l’Ufficio scolastico provinciale, la Provincia, l’Ausl (Gancio Originale), l’Università di Modena e Reggio, i dirigenti scolastici della città e l’Istituzione scuole e nidi d’infanzia. Il secondo con le associazioni economiche, i sindacati, la fondazione Manodori, associazioni di volontariato come Ceis e Filef”.

“Rispetto al settore scolastico, dove la presenza di stranieri è in media del 13% – ha continuato Corradini – alcuni dati statistici ci spingono ad operare rapidamente. A fronte di un tasso provinciale medio di insuccesso scolastico del 2,2 %, per gli allievi di origine straniera il tasso sale al 5,6%. Nel primo anno degli istituti superiori, a fronte del 18,4% come tasso medio provinciale, l’insuccesso scolastico per gli stranieri sale al 25.6%. Rispetto a questa situazione intendiamo operare con strumenti mirati, differenziati per scuole e fasce d’età. Per la popolazione 0-6 anni è necessario favorire l’integrazione anche attraverso l’utilizzo dei cento linguaggi dell’apprendimento e il coinvolgimento degli adulti. Per le classi dell’obbligo scolastico lavorare sull’accoglienza dei bambini, valorizzare il plurilinguismo, rivisitare i curricula in prospettiva multiculturale, favorire la partecipazione delle famiglie. Per quanto riguarda invece gli adulti sono necessari interventi sui luoghi di lavoro con accordi specifici con imprese e sindacati; interventi sul territorio e nei quartieri, rivolti in particolare ad alcune fasce di popolazione ed alle donne; interventi di confronto sulla storia e cultura della città e del nostro paese, come già stiamo facendo con il progetto “Ora che siamo a Reggio Emilia”.
Per questo – ha concluso l’assessore – occorrono maggiori risorse economiche e nuove figure, come educatori formati all’approccio interculturale ed all’insegnamento dell’italiano come seconda lingua, mediatori interculturali, la formazione dei diversi operatori coinvolti.
Per quanto riguarda la divulgazione della lingua e della cultura italiana, è importante avvicinare il mondo dell’informazione ai nostri tavoli di lavoro”.

Il consigliere Poli si è detto disponibile ad approfondire l’argomento nell’apposita Commissione consiliare, così come propostogli dall’assessore.