La volontà di donare le cornee, più volte riferita al figlio, era talmente forte da spingerla a scriverlo di proprio pugno su un foglietto. Di fronte al desiderio così potente di compiere un gesto di estrema generosità e di grande importanza per gli altri, gli operatori si sono spesi al massimo per fare sì che l’intervento venisse eseguito.
E così è stato, grazie alla sinergia tra lo staff infermieristico del Servizio di Assistenza Domiciliare del Distretto di Mirandola e l’équipe di sala operatoria dell’Ospedale di Mirandola, che ha consentito di eseguire il secondo prelievo di cornee su paziente assistito dai servizi territoriali.
La donatrice, una 64enne affetta da patologia oncologica, era infatti seguita a domicilio dalla rete di cure palliative, che aveva raccolto le volontà della donna informando la rete di procurement aziendale. In seguito al decesso, è stato così possibile attivare tempestivamente il percorso per il prelievo dei tessuti, che prevede diversi esami, anche di laboratorio, per la valutazione dell’idoneità. Al termine degli accertamenti, è stato predisposto l’intervento per il prelievo, eseguito presso le sale delle camere ardenti di Mirandola dall’infermiere specializzato Giulio Da Como, dalla referente del procurement aziendale Barbara Ferrari e dal dottor Alessandro Pignatti, Direttore della Struttura complessa di Anestesia e Rianimazione di Area Nord e del Dipartimento delle Attività chirurgiche dell’Azienda USL di Modena. I tessuti sono stati quindi inviati alla Banca delle cornee, centro di riferimento regionale.
“Negli ultimi tempi l’attività di procurement di organi, ossa e tessuti ha preso sempre più sostanza – spiega Barbara Ferrari –, uscendo anche dai confini ospedalieri e andando a interessare trasversalmente diversi servizi. Ciò ha fatto sì che si creasse una rete formata da operatori esperti, competenti e sensibili alla tematica, in grado di segnalare le intenzioni donative, a cui cerchiamo di dare la maggiore risposta possibile proprio grazie allo sforzo di tante colleghe e colleghi. E quest’ultimo prelievo ne è la testimonianza. Come sempre, il grazie più grande va alla famiglia della donatrice per aver autorizzato l’intervento nel momento di dolore più alto, rispettando così le sue volontà e al tempo stesso contribuendo a migliorare la qualità di vita di qualcun altro”.