Venerdì 14 ottobre (ore 20.30), terzo appuntamento de “Convito al cinema: delizie e mise en place nei film dei grandi registi”, a cura di Luca Silingardi per Forum UTE, all’interno della Rassegna in Auditorium – Autunno 2022.
La selezione di film propone un interessante percorso tra le pellicole cinematografiche degli ultimi quattro decenni che hanno toccato il tema del cibo e degli allestimenti da tavola, indagando il tema delle passioni sopite, della riscoperta del piacere e della meraviglia che essi possono suscitare, anche negli animi apparentemente meno disposti. Ogni film sarà preceduto da un’introduzione del curatore, che resterà a disposizione alla fine della proiezione anche per le domande del pubblico.
Venerdì 14 ottobre ore 20.30
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante
Regia di Peter Greenaway. Un film con Richard Bohringer, Michael Gambon, Helen Mirren, Alan Howard, Tim Roth, Ciarán Hinds. Titolo originale: The Cook, the Thief, His Wife & Her Lover. Genere: Drammatico – Gran Bretagna, Paesi Bassi, 1989, durata 120 minuti.
Il gangster Albert Spica si reca abitualmente a cena a Le Hollandais, un rinomato ristorante francese di Londra, in compagnia di sua moglie Georgina. All’interno del ristorante la donna conosce Michael, un bibliotecario dai modi gentili e cortesi, ed inizia con lui una relazione clandestina con la complicità di Richard, il cuoco di Le Hollandais; ma quando Albert scopre la loro tresca, la situazione precipita…
Sceneggiato e diretto da Peter Greenaway, Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante è una delle opere più originali, suggestive ed affascinanti nella carriera dell’apprezzato regista inglese: un’allucinante commedia drammatica farcita con un ferocissimo humor nero. Ambientato quasi interamente all’interno di un ristorante di Londra, il film di Greenaway è suddiviso nell’arco di dieci giornate durante le quali vengono consumate dieci cene, in un crescendo di violenza e di orrore che raggiungerà la sua apoteosi in un finale a dir poco atroce. Protagonista assoluto della storia è, ovviamente, il cibo, al tempo stesso espressione del piacere e dell’eros, ma anche dell’escremento e della morte; un elemento emblematico, dunque, di una pellicola tutta basata sulle ambiguità e sui contrasti.
La trama del racconto ruota attorno ai quattro personaggi citati nel titolo: Richard (Richard Bohringer), il Cuoco, autore delle prelibate pietanze del ristorante Le Hollandais; Albert Spica (Michael Gambon), il Ladro, un mafioso feroce e brutale che ogni sera consuma un pasto trimalcionesco nel bel mezzo del ristorante, circondato dai suoi sgherri; Georgina (Helen Mirren), la Moglie, vittima inerme delle angherie del marito; e Michael (Alan Howard), l’Amante, un sensibile intellettuale che offre a Georgina una via di fuga da un’esistenza carica di disperazione. Su questi quattro protagonisti, Greenaway innesta una serie di antinomie che si prestano a diverse letture metaforiche: alla squallida volgarità del Ladro, che domina tutti gli altri personaggi e li sottopone alle più crudeli angherie (fino all’assassinio), si contrappone l’Amante, simbolo della Cultura e della Ragione – non a caso Michael è “l’uomo dei libri” – ed unico individuo capace di opporsi al potere del Ladro.
La fotografia del veterano Sacha Vierny gioca in modo esemplare con i colori, assegnando ad ogni ambiente una specifica tonalità: dal viola del parcheggio al verde delle cucine, dal rosso della sala da pranzo al bianco della toilette. Attraverso uno stile forzatamente barocco, accompagnato dalla colonna sonora di Michael Nyman, Greenaway costruisce un film in cui le metafore e i simbolismi trovano il loro compendio in una carnalità sfrenata, esaltata dal binomio cibo / sesso, per sfociare nell’epilogo in un perfetto punto di fusione fra gastronomia ed orrore.