L’attività e l’impegno della Polizia di Stato, miranti alla prevenzione e al contrasto alla commissione dei reati, di ogni forma di illegalità e di disturbo delle persone, sono proseguiti anche nel fine settimana.
Nel pomeriggio di venerdì la Polizia di Stato interveniva presso il Centro Commerciale “I PETALI” per una segnalazione di furto. Sul posto gli operatori apprendevano che l’addetto alla sicurezza aveva monitorato un gruppo di ragazzi che si aggirava in modo sospetto tra gli scaffali del negozio, per poi dirigersi nei camerini. All’uscita dal negozio si era attivato l’allarme antitaccheggio e l’addetto alla sicurezza aveva controllato uno dei ragazzi trovato in possesso di alcuni capi di abbigliamento del valore di circa 100 euro. Gli agenti identificavano il giovane che, dopo i necessari accertamenti, veniva denunciato in stato di libertà per l’ipotesi di reato di tentato furto aggravato.
Nella notte tra domenica e lunedì, su disposizione della Sala Operativa della Questura di Reggio Emilia, le Volanti della Polizia di Stato intervenivamo nel quartiere Pieve Modolena, per segnalazione di ritrovamento di sostanza stupefacente all’interno di un’abitazione. Sul posto, si prendevano contatti con il richiedente che riferiva di aver discusso, poco prima, con il proprio coinquilino in quanto quest’ultimo gli avrebbe intimato di consegnare della sostanza stupefacente a terzi e, qualora non avesse ottemperato, lo avrebbe cacciato dall’appartamento.
Per quanto emerso, gli operatori intervenuti effettuavano perquisizione personale e locale, all’interno dell’abitazione e relativa cantina, al termine della quale veniva rinvenuta sostanza stupefacente, del tipo eroina, per un peso complessivo di 350 gr. Per quanto occorso, i due soggetti venivano accompagnati presso questi Uffici per gli accertamenti del caso inerenti la loro posizione, al termine dei quali, l’uno veniva tratto in arresto per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, mentre l’altro veniva tratto in arresto in esecuzione di un mandato d’arresto europeo, in quanto da interrogazione nelle banche dati risultava da ricercare per frode informatica commessa in Spagna. Al termine degli atti a loro carico, venivano entrambi associati presso la Casa Circondariale di Reggio Emilia.