E’ il caso di dire che il Cappelletto Reggiano DeCo brucia le tappe e raccoglie allori accademici. Il Disciplinare è stato definito di recente e la certificazione di Denominazione comunale di origine (DeCo) gli è stata conferita formalmente il primo giugno, ma già la squisita e nutriente pasta all’uovo ripiena, piatto forte della cultura e della tradizione gastronomiche reggiane, interessa docenti, ricercatori e anche laureandi e laureande dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.
Una di queste, Chiara Davolio, 25 anni, di Reggio Emilia, ha presentato e discusso – ieri, nell’Aula magna Pietro Manodori di palazzo Dossetti – la propria tesi di laurea magistrale in Controllo e sicurezza degli alimenti. Titolo: Istituzione e attribuzione del primo marchio DeCo per il Comune di Reggio Emilia: il Cappelletto Reggiano. E si è laureata con il massimo voto, 110, e la lode.
Relatore era il professor Andrea Pulvirenti, docente di Microbiologia presso il dipartimento di Scienze della vita e presidente del Corso di laurea magistrale, nonché componente della Commissione DeCo reggiana. Alla sessione di laurea era presente l’assessora comunale Mariafrancesca Sidoli, quale presidente della stessa Commissione DeCo e correlatrice della tesi di Davolio.
Questo elaborato di ricerca si inserisce nell’ambito della Convenzione fra Comune e Unimore sulle attività di ricerca e valutazione scientifica dedicate al marchio DeCo di Reggio Emilia, certificazione che il Comune ha deciso di adottare con l’obiettivo di valorizzare i prodotti enogastronomici tipici.
Il Cappelletto è stato il primo prodotto reggiano certificato DeCo ed ora, grazie a Chiara Davolio, è salito anche agli onori accademici.
Chiara Davolio ha prodotto il proprio elaborato seguendo in prima persona l’iter per l’attribuzione della DeCo di Reggio Emilia al Cappelletto.
Negli scorsi mesi, ha affiancato la Commissione incaricata della stesura del Disciplinare di produzione del Cappelletto Reggiano, svolgendo attività laboratoriali e di ricerca.
Una copia della tesi verrà donata alla Biblioteca Panizzi, affinché possa entrare a far parte del patrimonio culturale della città.