C’è una profonda interrelazione fra la salute, il benessere individuale e collettivo e l’inclusione nella comunità. Queste sono le premesse di “Educarci alla Comunità”, progetto finanziato attraverso il bando “Personae 2021 – Sfida welfare inclusivo” della Fondazione di Modena.
“Educarci alla Comunità” nasce su iniziativa di Caritas diocesana, in collaborazione con i Servizi sociali territoriali e l’AUSL di Modena, e ha la finalità di costruire un “ecosistema di solidarietà” secondo logiche di partecipazione, reciprocità e cooperazione. Il progetto prevede livelli di prevenzione che si traducono in percorsi formativi e di educazione alla solidarietà sociale, sperimentazione di nuove forme di accompagnamento e aiuto alimentare. Il desiderio è quello di allestire esperienze di cittadinanza che avranno lo scopo di trascendere la dimensione del bisogno immediato, puntando le energie sulla logica dell’incontro per far emergere le risorse delle persone, intese come membri attivi della comunità.
La sede del progetto sarà il magazzino alimentare cittadino, situato presso la parrocchia di Santa Rita, che nel pomeriggio di oggi – lunedì 21 marzo – è stato ufficialmente inaugurato con la “Festa di Primavera”. L’evento ha rappresentato l’avvio di un processo dove le persone coinvolte sono invitate a co-costruire stili di vita e di consumo replicabili nel tempo; questo è stato anche il significato dei laboratori proposti, che hanno raccontato in maniera interattiva il senso di “Educarci alla Comunità”. Già nei mesi scorsi il magazzino è stato punto di distribuzione per le Caritas parrocchiali e per le famiglie fragili del territorio, oltre che sede di momenti formativi e di confronto con gruppi di volontari, scout e cittadini sensibili alla cura dei legami di comunità. Il magazzino ora si presenta in una veste rinnovata, dopo essere stato oggetto di una serie di interventi strutturali realizzati con la finalità di allestire le condizioni di sicurezza idonee allo stoccaggio e alla distribuzione dei beni alimentari da destinare e alle Caritas parrocchiali e ai nuclei familiari più fragili del territorio.
Le protagoniste di “Educarci alla Comunità” saranno le Caritas parrocchiali dei vicariati cittadini dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola, i cui volontari sostengono circa 5mila persone nel territorio del comune di Modena. Durante la pandemia si è registrato un aumento del 10% delle richieste di aiuto, con condizioni di fragilità sociale, economica e abitativa che sono venute a galla dal primo lockdown e che hanno esasperato il problema già strutturale legato a povertà e diseguaglianze.
Il progetto “Educarci alla Comunità” si pone in continuità con lo stile e la visione promossi da Caritas diocesana nei progetti 8xmille “Legami che Liberano”, “Donne e Uomini di Speranza” e “Fiducia nella Città”, dove il cibo, se prodotto e ottenuto nel rispetto dei diritti della terra e delle persone, è un mezzo per entrare in relazione con le persone accompagnate e attivare la loro partecipazione nella vita sociale, per coinvolgere il tessuto economico e produttivo locale e per avviare percorsi educativi al fine di mettere in discussione i nostri stili di vita e scelte di consumo. Allo stesso tempo, l’aiuto alimentare può allestire esperienze di reciprocità e di gratuità insieme ai destinatari del progetto, di integrazione fra le istituzioni pubbliche e il “privato sociale”. In questo caso, Caritas diocesana, AUSL e i Servizi sociali territoriali coordineranno i propri sforzi per monitorare le azioni proposte e per una conoscenza condivisa dei problemi sociali.