Favorire con tutti i mezzi possibili – dallo studio e l’analisi delle nuove norme in materia fino alla raccolta di best pratice – la diffusione del lavoro a distanza e collaborare, sia in ambito pubblico che in quello privato, per la nascita di realtà che supportino questa particolare tipologia di lavoro che coinvolge tra i 5 e gli 8 milioni di italiani, circa il 30% della
forza lavoro.
Al tempo stesso sostenere la mappatura e la registrazione spontanea alla community di «South Working» di chi intende lavorare secondo i principi dello smart working da territori non industrializzati, in particolare quelli del Sud Italia. Sono alcuni degli obiettivi su cui sono impegnati IFOA, ente specializzato nella formazione professionale e nelle politiche attive del lavoro, e South Working – Lavorare dal Sud, l’associazione di promozione sociale attiva nella diffusione di un modello di lavoro flessibile che permetta di lavorare a distanza in via principale da dove si desidera. Obiettivi contenuti in un Memorandum of understanding recentemente sottoscritto dalle due realtà.
«L’esperienza maturata nei due anni di pandemia – spiegano IFOA e South Working – Lavorare dal Sud A.P.S. – ha dimostrato i punti di forza del lavoro agile, uno strumento che può consentire al lavoratore di guadagnare una maggiore autonomia, potendo decidere più liberamente come gestire l’attività lavorativa e quindi il proprio tempo, il tempo che dedica a sé stesso e ai suoi affetti, e dall’altro lato al datore di lavoro di mettere in atto un’organizzazione più snella e ottenere una maggiore produttività. Entrambe le parti, inoltre, possono reciprocamente trarre beneficio dai vantaggi che ciascuno ha, avviando, così, un circolo virtuoso».
Se utilizzato correttamente, lo smart working può quindi favorire un netto miglioramento della vita personale dei lavoratori, ma anche delle condizioni ambientali grazie ad una importante riduzione delle emissioni inquinanti come effetto della riduzione del traffico delle auto. «Il lavoro da remoto – proseguono i firmatari dell’accordo – si è rivelato uno strumento utile anche a ridurre il divario economico, sociale e territoriale nel Paese, a patto che si sviluppino e si rafforzino le infrastrutture digitale, di mobilità e sociale identificate dall’Associazione che stanno alla base di questa “rivoluzione” nel mondo del lavoro».
In attesa dell’entrata in vigore delle nuove regole fissate per la fine dello stato d’emergenza Covid, l’accordo assume un valore in più per IFOA e South Working – Lavorare dal Sud, che s’impegnano tra l’altro ad avviare collaborazioni per consentire la diffusione della cultura digitale tra amministratori pubblici, aziende e cittadini, con l’obiettivo di superare il digital divide.