Si è chiuso con il segno più il bilancio 2021 dei Punti Nascita della provincia di Modena, pur nelle difficoltà dettate dall’emergenza Covid che ha contraddistinto anche gli ultimi 12 mesi. Difficoltà che la rete provinciale ha saputo ancora una volta fronteggiare con professionalità e competenza.
Confrontando il numero dei nuovi nati nell’anno da poco concluso nei centri di Carpi, Mirandola, Modena e Sassuolo con lo stesso dato riferito al 2020, infatti, si evidenzia un aumento del 3%.
In particolare, in provincia di Modena nel 2021 sono stati effettuati 5.474 parti, da cui sono nati 5.536 bambini, 147 in più rispetto ai 5.389 del 2020. Di questi, 985 sono venuti alla luce nel Punto Nascita dell’Ospedale Ramazzini di Carpi (erano 937 nel 2020), 338 in quello del Santa Maria Bianca di Mirandola (390), 2.984 al Policlinico di Modena (2.872) e 1.229 all’Ospedale di Sassuolo (1.190).
I numeri certificano il lavoro di fidelizzazione che ogni Punto Nascita porta avanti nei rispettivi territori, in una logica di rete che ha mostrato tutta la sua consistenza, anche e soprattutto in ottica di collaborazione per quanto riguarda le pazienti positive al Covid.
Il recente periodo caratterizzato dall’emergenza pandemica, soprattutto con la quarta ondata, ha richiesto un adeguamento dei protocolli assistenziali con la definizione, nei distretti sanitari, di percorsi perinatali dedicati a mamma/bambino che consentano di vivere con naturalità l’arrivo di un nuovo nato, mantenendo l’unitarietà della famiglia e rendendo i genitori entrambi protagonisti, consentendo loro di vivere insieme in modo partecipato tutto il percorso perinatale.
Covid a parte, oggi l’assistenza perinatale prevede la definizione di percorsi assistenziali condivisi con i consultori familiari per accogliere ed accompagnare la donna e la famiglia nella gravidanza, durante il parto e nella degenza in ospedale e, dopo il ritorno a casa, con un’offerta di sostegno alla genitorialità, nell’ambito dei progetti relativi ai “Primi mille giorni”. Il percorso è personalizzato, per offrire un’assistenza appropriata a ogni gravidanza, al fine di sostenere e preservare tutti gli elementi della fisiologia della nascita, salvaguardando al tempo stesso la sicurezza delle cure nelle situazioni a rischio. Particolare menzione in questo frangente merita il progetto “Ostetrica a domicilio” attivo sul Distretto di Pavullo: attraverso i consultori di quell’area, le donne possono richiedere colloqui con l’ostetrica, visite ed esami strumentali, ma anche corsi di preparazione al parto e assistenza nel post-partum, come il sostegno per l’allattamento al seno.
In tutto questo tempo, inoltre, non sono venuti a mancare gli incontri informativi e di accompagnamento alla nascita, seppur ancora oggi svolti da remoto; mentre una programmazione futura prevede una riattivazione dei “gruppi di accompagnamento alla nascita” svolti in presenza, appena sarà consentito in base all’evoluzione epidemiologica, pur mantenendo la modalità a distanza via web, che si è visto essere gradita alle famiglie con difficoltà di spostamento o di orario. Queste attività si sono svolte in affiancamento e a sostegno dell’attività clinica. Così come rimane e viene implementata, anche in tempo di pandemia, per la donna la possibilità di scegliere la modalità del parto a lei maggiormente confacente: naturale con il supporto ostetrico e metodiche dolci, in acqua, o con metodiche farmacologiche, ossia epidurale e protossido di azoto.
Punti Nascita di Carpi e Mirandola
Nel Punto nascita di Carpi sono nati 985 bambini da 977 parti, mentre a Mirandola ne sono nati 338 da 337 parti.
Entrando nel dettaglio dei numeri, il 54% dei bambini nati nell’ospedale di Carpi è residente nel distretto sanitario, mentre il 26% arriva da fuori provincia e l’11% risiede nel distretto di Mirandola. Il 70% delle mamme è di nazionalità Italiana, a seguire Asia meridionale, est Europa e Magreb. Tra i nati al Punto nascita di Mirandola, l’86% è rappresentato da bambini residenti nel distretto, mentre il 7% arriva da fuori provincia. Le madri sono di nazionalità italiana per il 63%, seguono quelle di area magrebina e dell’est Europa. Il Consultorio Familiare è stato scelto come servizio per l’assistenza in gravidanza dal 60,7% (593) delle madri che hanno partorito a Carpi e dal 76% (256) di quelle che hanno scelto il reparto di Ostetricia di Mirandola.
Nel 2021 il Punto Nascita di Carpi, diretto dalla dottoressa Giulia Pellizzari, ha consolidato la propria posizione all’interno della rete, anche grazie alla formazione di un gruppo medico-ostetrico-infermieristico coeso, con l’arrivo negli ultimi anni di nuovi professionisti.
Il Punto Nascita di Mirandola – guidato dal dottor Alessandro Ferrari – si configura come centro di riferimento per la fisiologia all’interno dell’Ausl di Modena. È in programma la promozione di una serie di eventi per rimarcare la vocazione nel garantire la naturalità del processo della nascita, processo che va conosciuto e sostenuto anche attraverso momenti formativi e informativi per operatori e genitori rivolti all’intero territorio provinciale. Il sostegno alle famiglie viene inoltre favorito da un’interazione tra servizi sanitari, servizi educativi quali i centri per le famiglie, e il mondo del volontariato con le associazioni e gruppi di pari: per un’offerta non solo di cura, ma anche culturale e di condivisione dell’esperienza della maternità.
“Nei punti nascita di Area Nord – spiega Maria Cristina Galassi, Direttore del Dipartimento di Ostetricia, Ginecologia e Pediatria dell’Azienda USL di Modena – il percorso ospedaliero dedicato al puerperio è stato rimodulato e attualmente vede l’ostetrica quale professionista unica dedicata alla diade mamma/bambino per fornire, oltre all’assistenza clinica, il supporto necessario all’avvio della genitorialità. Questo processo ha consentito all’infermiere pediatrico di convogliare risorse e competenze nell’assistenza al neonato e al bambino con patologia o con bisogni speciali”.
Punto Nascita di Modena
Nel Punto Nascita del Policlinico di Modena, afferente all’Azienda Ospedaliero-Universitaria, sono stati effettuati nel 2021 2.936 parti, con un aumento di 102 parti rispetto al 2020. Sono state 48 le gravidanze gemellari, per un totale di 2.984 nati.
Del totale delle partorienti, 1.063 donne sono nate all’estero (36,2%). Più del 40% di queste pazienti provengono dall’Africa settentrionale e occidentale.
La pandemia da COVID-19, come atteso, ha portato a un importante risvolto anche sul percorso nascita. Sono infatti state 65 le pazienti con tampone positivo che hanno partorito presso la struttura e 53 le donne, provenienti da tutta la provincia, prese in carico dal Servizio di ecografia e medicina perinatale, per un totale di circa 170 prestazioni ecografie erogate.
“La centralizzazione delle donne positive presso il Policlinico – ha spiegato il prof. Fabio Facchinetti, Direttore dell’Ostetricia e Ginecologia dell’AOU di Modena – ha consentito di gestire questo percorso nella massima sicurezza ma ci ha costretto, purtroppo, a chiudere temporaneamente il Centro Nascita Naturale, fiore all’occhiello della struttura con l’assistenza demedicalizzata, operata dalle ostetriche in completa autonomia. È stata una scelta dolorosa ma necessaria, speriamo di poter riaprire al più presto. Tutto ha funzionato grazie al grande lavoro di tutto il personale che voglio ringraziare pubblicamente: solo con questo grande impegno abbiamo potuto garantire sicurezza e spero soddisfazione a tutte le utenti”.
Punto Nascita di Sassuolo
In Ospedale a Sassuolo nel 2021 sono stati eseguiti 1.224 parti e sono nati complessivamente 1.229 bambini. Il 3,28% in più rispetto al 2020. I parti gemellari sono stati 5. Il 25% dei nuovi nati è di origini straniere (302), mentre sono 922 le mamme italiane.
Rispetto alla provenienza, il 98% dei nati in ospedale a Sassuolo è residente in Emilia-Romagna. Il 77% vive in provincia di Modena e, rispetto al totale dei parti, il 46% è residente all’interno del Distretto Sanitario di riferimento.
“Dalla provincia di Reggio Emilia sono 268 le donne che hanno scelto la realtà sassolese per portare a termine la propria gravidanza” – spiega Claudio Rota, Coordinatore dell’Area Materno Infantile dell’Ospedale di Sassuolo SpA. “Nel corso dell’ultimo anno, in ospedale a Sassuolo, è stata pienamente consolidata l’attività di partoanalgesia come metodica farmacologica per il controllo del dolore nel travaglio/parto che ha visto un incremento rispetto all’anno prima del 32% (nel 2021 sono state eseguite in totale 341 partoanalgesie). Di particolare rilevanza l’intensa attività formativa svolta da tutti i sanitari presso il centro di simulazione medica avanzata in Florim. Un percorso complesso di alta formazione professionale per il rafforzamento delle competenze assistenziali negli scenari dell’emergenze e urgenze in ambito materno-neonatale”.