“Ricordare il sindaco Rubes Triva significa ricordare tutti i sindaci della città di Modena dalla Liberazione a oggi. È un modo per mettere al centro l’istituzione del Comune, a cui si rivolgono singoli cittadini, famiglie, associazioni e imprese, soprattutto nei momenti di difficoltà. È nostro compito, quindi, onorare e prenderci cura di questa preziosa eredità”. Lo ha affermato il vicesindaco Gianpietro Cavazza intervenendo nella cerimonia di commemorazione dell’ex sindaco Triva, a vent’anni dalla scomparsa, che si è svolta al cimitero di San Cataldo nella mattinata di oggi, mercoledì 29 dicembre.
Alla cerimonia hanno partecipato anche il cugino di Triva, Walter Regotti, con la sua famiglia, il presidente provinciale Anpi Vanni Bulgarelli e il presidente di ForModena Francesco Ori. Nell’occasione, inoltre, è stata deposta una cesta di fiori con nastro giallo-blu e la scritta “Comune di Modena”.
Il 2021 è anche l’anno del centenario della nascita di Triva e in occasione della ricorrenza, lo scorso 16 febbraio, gli è stato dedicato un parchetto a Modena Est, tra le vie Beethoven e 9 gennaio.
Maestro elementare, originario di Mantova, ha partecipato alla lotta di Liberazione rappresentando il Pci nel Cln di Modena. Alle elezioni del 1946 è stato eletto consigliere comunale ed è diventato assessore della giunta guidata da Alfeo Corassori al quale è succeduto nel 1962 dopo aver ricoperto anche l’incarico di vice presidente della Provincia dal 1951 al 1960. Dopo l’esperienza da sindaco, caratterizzata dallo sviluppo dei servizi della pubblica amministrazione, dalla promozione della cultura, dal Piano regolatore e dall’avvio dei primi Peep e del Villaggio di Modena Est, Triva è stato parlamentare dal 1972 al 1987, poi presidente dell’Anci e di Federambiente tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta.
La targa collocata nell’area verde a lui intitolata ricorda che Triva “proseguì il percorso di rinnovamento sociale, economico, urbanistico e culturale della città. Lavorò con passione civile e politica per il progresso della comunità, lo sviluppo dei servizi dell’amministrazione pubblica, i nidi e le scuole d’infanzia, la diffusione della cultura; il pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza e del diritto alla casa, con il Piano dell’edilizia economica popolare; l’avvio di una nuova idea di città, con il Piano regolatore del 1965 e il Villaggio di Modena Est. E in quell’idea di città volle abitare”.