Sulla gestione dei rifiuti urbani si registrano ancora notevoli differenze fra le amministrazioni della regione, che si divide tra territori eccelsi e promotori di ottime pratiche di prevenzione e comuni con performance rimaste agli obiettivi di dieci anni fa.
È il quadro emerso durante l’Ecoforum Emilia-Romagna 2021, che si è concluso stamattina con la contestuale premiazione “Comuni Ricicloni” (dossier disponibile a questo link), un riconoscimento ai migliori risultati delle amministrazioni comunali in tema di gestione dei rifiuti nel corso del 2020.
Una quattordicesima edizione in cui ci si è soffermati più che sulle notizie positive dell’anno precedente, che di certo non sono mancate, sulla strada ancora da percorrere per tante amministrazioni regionali; soprattutto alla luce del fatto che con il 2021 sono scaduti sia i termini di validità del precedente Piano Regionale Rifiuti, sia l’orizzonte temporale fissato dalla legge regionale 16/2015 sull’economia circolare per adeguare le modalità di raccolta e tariffazione puntuale dei comuni, che prevede l’obiettivo di rimanere sotto i 150 kg/abitante/anno di rifiuti mandati a smaltimento ed il 73% di raccolta differenziata.
Infatti, se è vero che nel 2020 ben 56 comuni hanno smaltito meno di 100 kg/abitante (nel 2013 solo 2 comuni riuscivano a stare sotto i 100 kg) e 7 comuni si sono fermati addirittura sotto i 50 kg/abitante, sono ancora 71 quelli che hanno smaltito più di 300 kg/abitante. Pur registrando miglioramenti continui sono ancora tante le amministrazioni poco virtuose.
È il caso dell’intera provincia di Ravenna, dove non si raggiunge nemmeno l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata fissato in Italia per il 2012, si smaltisce il doppio di quanto prevede il Piano regionale, e nessun comune ha applicato la tariffa puntuale.
Risultati scarsi e forti ritardi anche per la città di Bologna, con 253,4 kg/abitante di rifiuti smaltiti e il 51,4% di raccolta differenziata. Pessimi risultati anche a Piacenza, dove l’intera provincia non raggiunge gli obiettivi di legge.
Dando uno sguardo alle zone virtuose ritroviamo l’intera provincia di Parma e Ferrara, seguite da Reggio Emilia; sul podio delle performance migliori dei capoluoghi troviamo Forlì, Parma e Ferrara, mentre i singoli comuni che svettano nelle classifiche si trovano nella bassa modenese e nell’area del forlivese (vedi tabelle sotto). È importante evidenziare che non può essere un caso il fatto che i comuni che mostrano i risultati migliori adottino il sistema di raccolta porta a porta e la tariffazione puntuale, che come sappiamo rappresentano strumenti che contribuiscono a indurre il cittadino ad una gestione più responsabile dei rifiuti domestici e a una raccolta differenziata più attenta ed efficace.
In sostanza anche nel 2020 è comunque proseguito il trend positivo del calo dei quantitativi di rifiuto avviato a smaltimento: 225.000 t in meno rispetto al 2017 e ben 150.000 t rispetto al 2016. In un decennio i rifiuti urbani smaltiti annualmente in regione si sono ridotti di 670.000 t. Per questo motivo risulta legittimo aspettarsi una contestuale riduzione degli impianti per mostrare coerenza ai cittadini e alle amministrazioni che si sono mostrati più virtuose. In contemporanea è necessario stimolare maggiori politiche di riciclo e prevenzione anche per i rifiuti speciali, quelli del mondo produttivo.
«Alla luce dei dati emersi crediamo sia necessario stringere le maglie sia sui rifiuti urbani che speciali e pretendere dai gestori un maggiore lavoro sull’effettivo recupero di materia dalle raccolte differenziate – sottolinea Legambiente – Occorre una leva tariffaria sugli smaltimenti speciali e urbani che sfavoriscano le amministrazioni in ritardo e strumenti che penalizzino o vietino i rifiuti speciali che arrivano da bacini troppo distanti. Gli inceneritori inoltre dovrebbero gestire solo i rifiuti per i quali non è possibile prevedere il recupero e il riciclo».
I PREMIATI
Tra i Comuni sotto i 5000 abitanti, Civitella di Romagna (FC) si conferma primo classificato per minor quantitativo pro capite di rifiuti avviati a smaltimento (33,2 kg/ab/anno), seguito da San Possidonio (MO) con 46,2 kg/ab/anno di rifiuti avviati a smaltimento e Camposanto (MO) con 46,4 kg/ab/anno di rifiuti a smaltimento. Per la migliore % di RD primo è il comune di San Possidonio (MO) con 94,1 %, seguito da Camposanto (MO) con 91,8 % e Mordano (BO) con 91,6 %.
Nella categoria dei Comuni tra 5000 e 25000 abitanti, si aggiudica il primo posto per i minori quantitativi di rifiuti a smaltimento San Prospero (MO) con 35,7 kg/ab/anno, seguito da Cavezzo (MO) con 45,8 kg/ab/anno e Concordia sulla secchia (MO) con 48,5 kg/ab/anno di rifiuti a smaltimento. Sulle performance per la migliore % di RD si aggiudica il primo posto il comune di Medolla (MO) con 92,9 % di RD, seguito da San Prospero (MO) con 91,7 % di RD e infine terzo classificato si posiziona Concordia sulla secchia (MO) con 91,4 % di RD.
Per la categoria dei comuni oltre i 25000 abitanti si conferma il podio dello scorso anno che vede primo Castelfranco Emilia (MO) con 63,7 kg/ab/anno di rifiuto avviato a smaltimento, seguito da Carpi (MO) con 65,0 kg/ab/anno e Vignola con 82,5 kg/ab/anno di rifiuti a smaltimento. Sulla migliore % di RD il primo posto è assegnato sempre al comune di Castelfranco Emilia con 86,3 % di RD, a pari merito Correggio (RE) con 86,3 % di RD e terzo classificato San Giovanni in Persiceto (BO) con 84,6 % di RD.
Per la classifica relativa ai comuni che hanno registrato un maggiore incremento della quota di %RD vediamo il comune di Terre del Reno (FE) (+23,2 %) scalzando Civitella di Romagna (FC) che dal 2018 deteneva il primato. A seguire troviamo Albinea (RE) (+18,2 %) e infine Riolo Terme (RA) che registra +16,4 %.