Sempre maggiore è l’impegno che anno dopo anno l’Arma dei Carabinieri pone nel contrasto a tutti quei comportamenti che ledono le donne fisicamente, psicologicamente e nella loro dignità. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne i Carabinieri vogliono sottolineare il proprio quotidiano agire con una serie di simboliche iniziative che aiutino tutte le donne, ed in particolare quelle che vivono momenti di difficoltà, a comprendere che il primo passo per tornare libere dalle violenze è quella di denunciare. Uomini e donne insieme all’Arma dei Carabinieri sono gli attori principali per poter vincere questa battaglia, che sempre più incide e si insinua nella nostra società.
Anche a Reggio Emilia l’obiettivo dei carabinieri reggiani è quello di diminuire il numero dei reati sommersi, ovvero tutti quei comportamenti perseguibili che ledono le donne e che, concretizzandosi molto spesso all’interno delle mura domestiche, sono difficilmente individuabili. Tale fenomeno, aggravatosi nel periodo di “convivenza forzata”, conseguente alla diffusione del Covid-19, è stato definito dalle Nazioni Unite una seconda “pandemia nell’ombra”.
Al riguardo il significato della campagna di sensibilizzazione dei carabinieri avviata anche sul web ed i social, le numerose caserme illuminate di arancione in adesione al progetto “Orange the World”, sono alcuni segnali tangibili dell’assoluta attenzione e priorità dell’Arma a invogliare le donne vittime di violenze a denunciare. Il successo istituzionale è quello di dare coraggio alle vittime, che si vedono imbrigliate in situazioni apparentemente senza uscita. Gli strumenti specifici di cui si è dotata la Benemerita e su cui può fare affidamento chi gli si rivolge, sono vari. A partire dalla Sezione Atti Persecutori – collocata nell’ambito del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche – e che da oltre dieci anni svolge attività di studio e analisi del fenomeno, elaborando valutazioni sui “fattori di rischio” in favore dei reparti operanti, e programmi di formazione del personale.
Tra i vari supporti forniti dal Reparto troviamo il “prontuario operativo”, un importante documento riepilogativo delle migliori pratiche adottate nella gestione dei casi, e i corsi basici e specialistici sul tema dello stalking, a favore di Ufficiali dell’Arma in servizio presso i reparti investigativi, nonché di tutti i Comandanti di Compagnia, Tenenza e Stazione. A questo si aggiunge, sin dal 2014, la “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata su ufficiali di polizia giudiziaria – Marescialli e Brigadieri – inseriti nell’ambito delle articolazioni investigative territoriali e formati presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative, con specifici corsi. Ad oggi ne sono stati svolti complessivamente 19, che hanno consentito di formare oltre 400 unità, operanti sul territorio nazionale.
Proprio in concomitanza della celebrazione odierna si sta svolgendo oggi presso la Scuola Ufficiali Carabinieri il primo seminario, con il coinvolgimento di 100 militari appartenenti alla “Rete nazionale di monitoraggio”, tra cui anche un Maresciallo del Comando Provinciale di Reggio Emilia, che ha l’obiettivo di fornire specifici elementi di psicologia comportamentale per migliorare le capacità di interazione con le vittime vulnerabili, sia nel primo contatto in situazioni di emergenza, sia nel successivo percorso di formalizzazione della denuncia. Questo è il primo di una serie che scaturisce da un accordo operativo con il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) sottoscritto lo scorso 17 novembre 2021.
L’Arma ha aderito all’iniziativa promossa dalle Nazioni Unite e sostenuta in Italia dal Soroptimist International, l’associazione di donne impegnate nel sostegno all’avanzamento della condizione femminile nella società, illuminando di arancione, nella giornata odierna, la sede del Comando Generale di Roma. Anche a Reggio Emilia, la consolidata collaborazione tra il Club Soroptimist della città e il Comando Provinciale dei Carabinieri, ha permesso di realizzare nelle caserme dell’Arma di Reggio Emilia, Guastalla e Castelnovo Monti, una delle 150 stanze diffuse in altrettante sedi dell’Arma su tutto il territorio nazionale del progetto “Una stanza tutte per sé”, nato per assistere la donna nel delicato momento della denuncia delle violenze subite. Ma non solo, oltre agli ambienti accoglienti che aiutano le vittime ad aprirsi e denunciare il loro dramma, proprio oggi, il Soroptimist Club di Reggio Emilia, presso il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Emilia, ha tenuto l’ultima seduta di un seminario concernente la campagna di formazione sulla comunicazione non verbale da attuarsi nei casi di emergenza dello specifico fenomeno di violenza di genere.
Il seminario, tenuto dalla Dott.ssa Rosaria Ruta, psichiatra e psicoterapeuta con ampia esperienza nell’ambito del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche di Reggio Emilia, nonché docente universitaria presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, ha visto la partecipazione dei Comandanti di Stazione e di Nucleo Operativo e Radiomobile di questa Provincia, che sono i terminali della capillare articolazione dell’Arma sul territorio e quindi i primi ad intervenire nei casi di violenza. Il seminario è stato incentrato sul tema della “comunicazione non verbale” con specifico riferimento alle donne che subiscono violenza, quindi con particolare attenzione all’espressività post-traumatica, agli ostacoli della comunicazione e alla costruzione di un’interazione favorevole alla richiesta d’aiuto.
L’iniziativa, che è stata accolta con vivo interesse da parte degli “addetti ai lavori”, i primi a ricevere i segnali del disagio psicologico e fisico delle vittime di violenze, oltre ad offrire un valido mezzo per accrescere la professionalità nel contrasto ad un fenomeno che sta sempre più delineandosi come una vera e propria sofferenza sociale, mira inoltre ad aiutare le vittime a rivolgersi con sempre maggiore fiducia alle Forze dell’Ordine che sono ora in grado di ascoltare il loro, spesso silenzioso, grido di aiuto. Ai saluti finali hanno partecipato il Ten. Col. Stefano Bove, Comandante del Reparto Operativo, il Presidente del Soroptimist Club di Reggio Emilia, Maria Luisa Bendinelli, i componenti del Consiglio direttivo e naturalmente la Dott.ssa Ruta.