“Molti ristoranti hanno già prenotazioni proprio per il 15 giugno, giorno della ripartenza ufficiale delle cerimonie di nozze, a oggi però a poco più di due settimane dalla metà di giugno, non sono ancora uscite linee guida specifiche per la gestione di queste attività. Come è possibile? Il settore del wedding ha patito le conseguenze della pandemia in modo durissimo, gli operatori meritano rispetto e regole certe”.
E’ molto duro il commento di Daniele Casolari, segretario Licom, sul tema del wedding. Un comparto che interessa potenzialmente a Modena ben 6.528 imprese e a Reggio Emilia ben 4.232 tra catering e ristoratori, pasticceri, location, fiorai, fotografi e videomaker, negozi di abiti da cerimonia, tipografi, produzione e vendita di bomboniere, intrattenimento musicale e artistico, agenzie di viaggio, agenzie matrimoniali e wedding planner, lavanderie industriali, parrucchiere ed estetiste, autovetture con conducente, negozi specializzati in liste di nozze, oreficerie…, e che muove, comprendendo anche i regali che vengono fatti agli sposi, tante altre categorie commerciali e di servizio.
Sulla base delle rilevazioni dell’Ufficio Studi Lapam a livello nazionale molti dei settori rientranti nella perimetrazione del settore del wedding figurano tra quelli che nel 2020, rispetto all’anno pre-crisi (2019), hanno registrato cali di fatturato delle micro e piccole imprese superiori a quello medio del -25,5%: trasporto persone (-73,8%), pasticcerie (-36,7%), moda, tessile, abbigliamento, calzature, occhiali e gioielleria (-35,9%), comunicazione, grafici e fotografi (-33,7%) e area benessere, acconciatori ed estetica (- 33,6%). Il settore del wedding e delle cerimonie ha subito pesanti effetti della crisi Covid-19 a causa dei provvedimenti introdotti per il contenimento del virus, a livello nazionale e locale. Inoltre le imprese operanti in questo segmento sono state ulteriormente penalizzate dal crollo di eventi, congressi, fiere e dalla chiusura di attività culturali e di attrazione turistica. Nel 2020 in Emilia-Romagna sono stati celebrati 7.512 matrimoni, oltre un terzo in meno (-38,1%) rispetto ai 12 mila dell’anno pre pandemia (2019), accelerando il trend di decrescita degli ultimi anni.
“Stiamo parlando di migliaia di imprese, pensando solo alla nostra provincia, che si prendono cura degli sposi nel giorno più bello. Ebbene, dopo uno stop prolungato, a due settimane dalla ripartenza, mancano certezze. Dagli organi d’informazione si viene a sapere che il Comitato Tecnico Scientifico avrebbe già trattato il tema ma per ora di ufficiale, e quindi in vigore, rimangono le linee guida della Regione approvate e aggiornate lo scorso anno a giugno da associare a quanto scritto nel primo Decreto sostegni per le parti relative al Covid manager e al green pass. Purtroppo però, sempre a quanto si legge, pare che il green pass arriverà non prima del primo luglio e non si capisce come debbano essere applicate le regole di gestione”.
Il segretario Licom conclude: “Sollecitiamo dunque da una parte la Regione Emilia-Romagna e il Governo perché, in tempi brevissimi, questi nodi vengano sciolti e il settore del wedding possa, finalmente, avere regole certe per ripartire”.