Nel 2020, tenendo conto delle negative ripercussioni dovute alla pandemia in atto, anche nel settore del commercio dei beni culturali, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna hanno continuato ad impegnarsi nell’attività preventiva, che fa registrare, rispetto all’anno precedente, da un lato un decremento delle verifiche di sicurezza a musei – biblioteche e archivi (- 53,3%) e del – 47,8% per quelli a mercati e fiere antiquariali, in considerazione della chiusura per lunghi periodi per i primi e sospensione per i secondi, a causa delle misure restrittive dovute alla situazione di emergenza sanitaria nazionale, dall’altro, per quello che riguarda i controlli e la vigilanza delle aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali si è registrato un rilevante incremento (+113,7%), mentre per le aree archeologiche, l’aumento è stato di più lieve entità (+ 2,8%).
Ulteriormente incrementati sono stati i controlli “on-line” dei beni commercializzati nelle piattaforme di “e-commerce” e/o sui siti internet degli antiquari e case d’aste (+3,2%), verso i quali canali si sono trasferite tali attività di compravendita.
Infatti, i beni controllati nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando TPC di Roma sono stati 1.895 con un incremento del 28,2%.
L’aggressione speculativa alle aree sottoposte a tutela paesaggistica o vincolo archeologico è un fenomeno di crescente attualità che viene contrastato in sinergia con l’Arma territoriale e il supporto del Raggruppamento Aeromobili Carabinieri. Anche nel 2020 sono stati eseguiti monitoraggi aerei a bordo di elicottero del 13° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì nell’intero territorio regionale con l’imbarco a bordo del velivolo anche di funzionari specializzati delle tre Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna, Parma e Ravenna, per il necessario contributo tecnico.
Sul piano repressivo, i Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria 37 persone, poiché responsabili di aver violato le norme del Codice Penale e quelle che tutelano il patrimonio culturale nazionale (Codice dei beni culturali e del paesaggio D.Lgs 22 gennaio 2014, n. 42): nella maggior parte dei casi si tratta di reati di furto di beni d’arte, ricettazione di opere d’arte rubate, contraffazione di dipinti, ma anche per reati in danno del paesaggio.
Le attività di polizia giudiziaria hanno consentito di recuperare e sequestrare 7.997 beni, (+874,1%) di tipo antiquariale, archivistico e librario, 28 reperti paleontologici e 103 reperti archeologici, nonché 43 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 1.500.550 per i primi e € 3.685.700 per quelle contraffatte.
Il costante impegno profuso dai militari del Nucleo TPC di Bologna, validamente supportato dall’Arma territoriale e dagli altri reparti speciali dei Carabinieri, ha permesso di esprimere una efficace e coordinata azione preventiva sull’intera regione. Nello scorso anno, il numero di furti di beni culturali ha visto una significativa diminuzione rispetto a quelli dell’anno precedente (da 48 del 2019 si è passati a 36 del 2020 nell’intera regione Emilia Romagna): in particolare, i luoghi più comuni colpiti risultano essere quelli espositivi pubblici e privati con 13 furti e i luoghi di culto con 11 furti.
Particolarmente significativo è stato l’impegno che il Nucleo TPC di Bologna ha posto in essere nel contrastare il fenomeno dell’illecita commercializzazione di beni archivistici e bibliografici da parte di appassionati e di operatori commerciali dediti in questo particolare settore, permettendo di recuperare e sequestrare 7.939 beni librari-archivistici. Inoltre, importanti risultati si sono conseguiti anche nel recupero di beni archeologici, come di seguito specificato:
- recupero di due reperti archeologici, nella provincia di Parma, da una persona che li aveva ereditati e risultati illecitamente posseduti: un “Oinochoe” a bocca trilobata in ceramica a vernice nera a impasto grigio, sovra-dipinta in bianco con tralcio di edera sul collo e uccellature a rilievo sul corpo ovoidale; una “Trozzella” in ceramica comune ad alte anse angolose, con dischetti applicati con tracce di decorazione geometrica di colore bruno sul piede e sulla pancia. I reperti, esaminati dai funzionari archeologi della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, sono stati ritenuti autentici, il primo di produzione Apula del tipo Gnathia del IV-III secolo a.C. mentre il secondo di produzione Messapica del VI-III secolo a.C. Gli stessi sono stati consegnati alla suddetta Soprintendenza, per la confisca.
- recupero di una collezione archeologica di eccezionale interesse storico-archeologico, a Modena, costituita da 57 reperti, la quasi totalità integri e di produzione Apula. (foto)
Anche questi beni sono stati recuperati da una persona che li aveva ereditati e sono risultati illecitamente detenuti. I funzionari archeologi della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Bologna e le province di Reggio Emilia, Modena e Ferrara hanno giudicato tali reperti autentici e di eccezionale interesse storico-archeologico, il cui valore commerciale ammonta ad euro 100.000,00 circa. Gli stessi sono stati consegnati alla suddetta Soprintendenza, per la confisca.