La Chirurgia Vascolare dell’Ospedale di Baggiovara, diretta dal prof. Roberto Silingardi, di nuovo protagonista livello internazionale. Nei giorni scorsi, l’equipe vascolare ha effettuato un intervento di impianto di un’endoprotesi innovativa di produzione nipponica, in Sala Operatoria Ibrida in diretta web. Ad assistere 40 chirurghi vascolari europei e giapponesi.al termine dell’intervento è cominciata la discussione sulle problematiche tecniche della metodica. L’intervento durato circa  3 ore.  

Gli aneurismi dell’arco aortico sono patologie estremamente complesse – spiega il direttore del reparto modenese, professor Roberto Silingardi  di Unimore – in primo luogo perché sono localizzati all’interno del torace ed inoltre da tale zona nascono le arterie che vascolarizzano il cervello e gli arti superiori. Fino a pochi anni fa erano riparabili solamente con il trattamento chirurgico tradizionale che prevede l’apertura del torace e di conseguenza particolarmente invasivo; inoltre, l’intervento tradizionale è gravato da un alto tasso di complicanze, in particolare in pazienti anziani affetti da altre malattie“. 

Per questi motivi, l’approccio mininvasivo è il più indicato e lo sviluppo delle tecniche endovascolari decisivo. “Nel caso specifico, il paziente non era operabile tramite l’intervento tradizionale – specificano i chirurghi modenesi, dottori Giuseppe Saitta e Stefano Gennai – per questo motivo è stato scelto un intervento endovascolare miniinvasivo con l’impianto per via femorale di una nuova endoprotesi  dotata di finestre per continuare a fornire sangue al cervello e agli arti superiori  ”. 

In questi anni, nonostante le problematiche legate al COVID 19, il centro modenese ha continuato l’attività chirurgica e di ricerca su questo specifico tratto di aorta. La grande esperienza nella chirurgia endovascolare raggiunta dall’equipe diretta dal prof. Silingardi ha consentito di essere tra i primi centri europei ad impiantare questa protesi prodotta in Giappone.

La protesi è “sartoriale” in quanto viene costruita specificatamente per il singolo paziente sulla base delle immagini radiologiche TAC. Inoltre, viene costruito un modello tridimensionale dell’arco aortico del paziente all’interno del quale gli ingegneri testano fisicamente l’impianto della protesi, simulando quello che avverrà “dal vivo” in sala operatoria.

I pazienti complessi come quello di cui sopra, vengono presi in carico dall’Aortic Team (promosso e coordinato dai Chirurghi Vascolari stessi). “Il team dell’aorta altro non è che una squadra di Medici appartenenti a varie specialità che si sono ultra-specializzati nel trattamento delle malattie aortiche” – precisa il professor Silingardi – “grazie a questa proficua collaborazione con Anestesisti, Cardiologi e Cardiochirurghi cerchiamo sempre di proporre il miglior trattamento possibile per il singolo paziente”. 

Oltre al Prof. Roberto Silingardi hanno partecipato all’intervento i Dottori Giuseppe Saitta, Stefano Gennai, Nicola Leone, Tea Covic (Medici in formazione specialistica), Maria Antonietta Fanigliulo (Anestesista) e gli infermieri Loredana Moscuzza, Silvia Bianchi e Manuela Venturelli.

Grazie anche alla sala operatoria ibrida – conclude Silingardi – abbiamo raggiunto il più alto livello di performance chirurgica e tecnologica attualmente disponibile. A tale proposito, vorrei   ringraziare tutti i componenti dell’equipe chirurgica e anestesiologica, gli infermieri del blocco operatorio e del reparto di degenza ed i tecnici di radiologia