“Oltre la strada”, il progetto per l’emersione e la tutela delle vittime di tratta e di sfruttamento della prostituzione su strada, e “Invisibili”, che ha gli stessi obiettivi per la prostituzione al chiuso, hanno proseguito la propria attività anche nel corso della pandemia, integrando e adattando i propri servizi per mantenere il contatto con le ragazze attraverso la reperibilità telefonica, videochiamate con le ragazze che chiedevano di essere aiutate, il raccordo con l’unità di strada e con gli sportelli di bassa soglia per la consegna di pacchi alimentari a chi ne aveva bisogno.
È stato diffuso, inoltre, materiale informativo sulla situazione sanitaria e sulle modalità di prevenzione del contagio, e sono stati forniti presidi di sicurezza, anche attraverso l’unità di strada che ha proseguito le proprie attività. Lo ha spiegato l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli che, nel Consiglio comunale dedicato al “question time” di oggi, mercoledì 28 aprile, ha risposto all’interrogazione del consigliere di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi. Partendo dall’arresto di due coniugi nigeriani accusati di gestire un traffico di giovani donne avviate alla prostituzione di strada, effettuato dalla Polizia di Stato a marzo, a Formigine, il consigliere ha chiesto quali siano le azioni di contrasto al fenomeno attuate a Modena e, in particolare, quali fossero gli interventi previsti per il 2019 e il 2020 nell’ambito dei progetti “Oltre la strada” e “Invisibili”, quali altri enti siano stati coinvolti nella realizzazione delle attività, quante azioni siano state svolte nel biennio e nel corso della pandemia, quante siano le persone intercettate e prese in carico, di quale nazionalità e con quale status migratorio.
Nel biennio 2019-2020, ha spiegato l’assessora Pinelli, le uscite dell’Unità di strada sono state 112 per un totale di 1.246 persone contattate: 853 nel 2019 e solo 393 nel 2020, a causa dell’emergenza sanitaria. Nello stesso periodo, nell’ambito del progetto “Oltre la strada” sono state valutate 190 persone; tra queste, 47, quasi tutte di nazionalità nigeriana, sono state identificate come vittime di tratta e di grave sfruttamento e hanno deciso di aderire al programma di protezione sociale. A oggi, in 26 hanno terminato il percorso mentre 21 sono ancora in carico, tutti sono regolari in Italia o in fase di imminente regolarizzazione. I canali di accesso sono stati diversi (commissioni territoriali, unità di strada, accesso autonomo, soggetti del pubblico e del privato sociale). Nell’ambito del progetto “Invisibili”, nel periodo di riferimento, sono state effettuate oltre 800 chiamate, mentre 27 persone si sono rivolte spontaneamente al servizio.
Nella sua risposta, l’assessora ha anche ricordato le finalità del progetto “Oltre la strada”, finanziato dal Dipartimento delle Pari opportunità e avviato nel 2019, che avvicina le persone vittime di tratta, anche attraverso l’Unità di strada, stabilendo un primo contatto con coloro che si prostituiscono per offrire punti di accesso ai servizi, oltre a mappare e monitorare il fenomeno. Importante, ha sottolineato Pinelli, “è la continuità del contatto, in modo da stabilire relazioni significative che sono il presupposto per intraprendere un percorso di svincolo dalla tratta e di inclusione sociale”. Lo stesso obiettivo è alla base del progetto “Invisibili” che riguarda la prostituzione al chiuso e raggiunge le vittime telefonicamente, a seguito dello screening degli annunci. Le persone che manifestano la volontà di aderire al percorso di emersione vengono accolte nei programmi di assistenza che, in raccordo con i servizi sociali, prevedono assistenza sanitaria, psicologica e legale; alloggio e vitto; attività di alfabetizzazione, formazione e inserimento socio-lavorativo; eventuali azioni per il rientro assistito nei paesi di origine. L’obiettivo è garantire la piena inclusione sociale delle vittime e la loro piena tutela nei procedimenti giudiziari legati allo sfruttamento, con particolare attenzione al rischio di ri-vittimizzazione.
La gestione delle attività rivolte alla tratta e allo sfruttamento è affidata al Consorzio di solidarietà sociale nell’ambito dell’appalto per le attività del Centro stranieri, per un corrispettivo (che comprende le azioni sperimentali, quelle ordinarie, il progetto Invisibile e Riduzione del danno) di 233 mila 521 euro per il periodo dall’1 marzo 2019 al 30 giugno 2021. Le associazioni Marta e Maria e Casa delle donne contro la violenza, con le quali l’amministrazione ha stipulato due convenzioni del valore rispettivamente di 157 mila 666 euro e 146 mila 353 euro per lo stesso periodo, si occupano dell’accoglienza delle vittime e collaborano con il consorzio per gli interventi di inserimento lavorativo e nel tessuto comunitario.
In replica, il consigliere Giacobazzi ha ringraziato tutti gli operatori, a partire dall’unità di strada, per il loro lavoro, affermando poi che l’interrogazione voleva anche mettere in evidenza due peculiarità “inquietanti” del caso di Formigine: “Le ragazze erano state fatte arrivare, contro la loro volontà, dalla rotta libica che quindi, evidentemente, non è usata solo da disperati ma anche da organizzazioni criminali, e sono state poi prelevate direttamente dal centro di accoglienza, il luogo che avrebbe dovuto salvarle, secondo un percorso ben definito dai criminali”.