“La grande kermesse mediatica che ha condotto all’elezione popolare di un segretario che aveva già vinto prima ancora di candidarsi doveva essere la dimostrazione che, come è stato più volte ripetuto in questi giorni, per la prima volta un partito nasceva dal basso”.

“I fatti, invece, ci confermano nella convinzione che se mai c’è stato un partito elitario e frutto solo di accordi di vertice questo è il Partito democratico, che appena deve trasferirsi dal centro alla periferia paga alle enormi difficoltà insite nell’unificazione dei potentissimi apparati periferici, pesantissimi scotti di credibilità.
Nel Consiglio provinciale di Bologna infatti (ed ad esempio), nonostante le fanfare culminate con un plateale spostamento di posti in aula dove la Margherita è stata fisicamente fagocitata dal più numeroso gruppo DS che ha contemporaneamente “espulso” dai loro banchi tutta la sinistra radicale (SD, PCd’I e Verdi) , esistono ancora due confermati e solidissimi gruppi consiliari con relativi capigruppo, che non hanno per il momento alcuna intenzione di unificarsi.
“Con calma …”, ci hanno risposto, i Capigruppo dei Ds e della Margherita Gnudi e Zaniboni, “… dopo le Assemblee provinciali”, hanno continuato. Ma non c’era stata un’inarrestabile spinta dal basso che aveva beneficamente travolto tutti gli apparati tradizionali!
Bologna, che come al solito si è guadagnata il primato di affluenza ai seggi, affronta “… con calma” l’istituzionalizzazione della volontà popolare; non sarà quindi che l’inarrestabile spinta dal basso era dovuta più all’ancora solido apparato del vecchio PCI che ad un effettivo entusiasmo popolare!
Speriamo che la riunificazione degli apparati avvenga prima della fine del mandato o di una sempre possibile scissione, decretata una volta di più dai vertici, dopo un probabile, prossimo disastro elettorale”.

(I consiglieri provinciali Sergio Guidotti – Alleanza Nazionale; Luca Finotti e Giuseppe Sabbioni – Forza Italia)