La legge di Bilancio per il 2021 introduce alcune disposizioni riguardanti l’istituzione di un registro telematico di carico e scarico dei cereali e delle farine (commi da 139 a 143). La nuova disciplina prevede che qualsiasi impresa che detenga un quantitativo medio di circa 18 Kg al giorno di prodotto ha l’obbligo di registrare le operazioni di carico e scarico di qualsiasi provenienza (nazionale, unionale o paese terzo), entro sette giorni lavorativi, in un apposito registro telematico istituito nell’ambito dei servizi del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN). Per la provincia di modena si parla di oltre 2.000 imprese tra panifici, pastifici, pizzerie, piadinerie, ecc.
“Il nuovo obbligo si configura come un inutile aggravio burocratico e gestionale per le nostre imprese – sottolinea Daniele Mariani, presidente Fiesa Confesercenti Modena – considerato che le stesse applicano già sistemi di tracciabilità, e che nel contempo sono chiamate ad affrontare una crisi strutturale dei consumi, aggravata dalle misure limitative imposte, per fronteggiare i contagi da covid-19, a carico del settore HORECA della ristorazione, importante canale di sbocco della loro produzione”.
Un decreto del Ministero Politiche Agricole Alimentari Forestali, che dovrà essere emanato entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di Bilancio, dovrà indicare le modalità operative per adempiere all’obbligo. Sono previste delle sanzioni in caso di mancato rispetto delle disposizioni: da 5.000 a 20.000 euro se non viene istituito il registro; da 1.000 a 5.000 euro se non vengono rispettate le modalità telematiche. È prevista inoltre una sanzione accessoria che prevede la chiusura dell’attività per un periodo da 7 a 30 giorni se le violazioni riguardano quantitativi di prodotto non registrato superiori alle 50 tonnellate annue.
“La previsione di registrare obbligatoriamente in questo Registro le operazioni di carico e scarico per chiunque detenga cereali e farine, se la quantità del singolo prodotto supera le 5 tonnellate annue – che si traducono in un consumo medio giornaliero di circa 18 Kg – non coglie la specificità di un settore altamente professionalizzato come quello della panificazione e dei laboratori artigiani, che lavora, trasformandole, esclusivamente farine e non già prodotti di prima produzione come cereali e grano – prosegue Mariani – Se, dunque, la finalità è quella di istituire un monitoraggio delle produzioni cerealicole presenti sul territorio nazionale, estenderlo ai panificatori e ai laboratori artigiani appare sproporzionato e non congruo alle finalità dichiarate”.
L’associazione puntualizza, inoltre: “La previsione legislativa introdotta peraltro non influisce minimamente sulla annosa questione della produzione abusiva di pane e di altri prodotti di laboratorio, di cui non si conosce la provenienza delle materie prime, perché sottratte ad ogni tracciamento, né su quella altrettanto dannosa delle importazioni di pane congelato dall’estero, pronto per la doratura”.
A fronte della forte preoccupazione per i risvolti gestionali e amministrativi del nuovo onere, Assopanificatori Confesercenti Modena chiede ai parlamentari eletti nei collegi modenesi di intervenire per far correggere questa stortura e dare una risposta ai laboratori artigiani e alla piccole medie imprese della panificazione della nostra provincia. La richiesta è quella di limitare questo adempimento alle imprese che si occupano in maniera diretta della lavorazione e trasformazione di cereali e farine di cereali, come i mulini.