Ammontano a quasi sei milioni di euro i danni sulla viabilità provinciale causati dal maltempo dei giorni scorsi e dalla rottura dell’argine del Panaro. La cifra, scaturita dalle prime rilevazioni da parte dei tecnici della Provincia, è indicata in una lettera, inviata dal presidente Gian Domenico Tomei, su richiesta del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, nell’ambito delle procedure per la richiesta dello stato di emergenza nazionale.
«La situazione è tuttora in evoluzione – sottolineare Tomei – anche perché per esperienza sappiamo che, soprattutto in Appennino, i fenomeni di dissesto idrogeologico possono manifestarsi anche dopo settimane. Intanto abbiamo segnalato una serie di frane e cedimenti del fondo stradale sui quali siamo già intervenuti in emergenza, nel corso del maltempo, per evitare la chiusura di arterie fondamentali, ma sui quali serviranno interventi di ripristino strutturali. Poi ci sono i danni alle provinciali tra Nonantola e Castelfranco Emilia causati dalla rottura dell’argine del Panaro, oltre al ponte di Samone, sul quale abbiamo avviato le procedure per far partire i lavori in gennaio».
In Appennino sono 13 i tratti dove si sono verificati fenomeni di dissesto, tra quelli nuovi o riattivazioni di versanti instabili, che hanno interessato le strade provinciali a Pavullo, Palagano, Frassinoro e Sestola per un totale di oltre due milioni e 600 mila euro di danni.
Il maltempo e gli allagamenti causati dalla rottura dell’argine del Panaro hanno danneggiato diversi tratti della viabilità provinciale nella zona di Nonantola, Castelfranco e Ravarino, ora tutti riaperti, che necessitano di manutenzioni per oltre due milioni e 300 mila euro, tra rifacimenti e nuove pavimentazioni; tra le strade più danneggiate figurano la provinciale 255 da Navicello a Nonantola, la provinciale 14 a La Grande e la tangenziale di Nonantola.
Per quanto riguarda il ponte di Samone, lungo la strada provinciale 26, chiuso da domenica 6 dicembre a causa del cedimento parziale di una pila di sostegno, provocato dalla piena del fiume Panaro, serviranno 250 mila euro per un primo intervento di ripristino da gennaio e altri 700 mila euro per realizzare un secondo intervento di manutenzione straordinaria delle altre quattro pile.
Sono ancora in corso i rilievi per verificare eventuali danni sui percorsi natura che scorrono i fiumi Panaro, Secchia e Tiepido.