A Modena, da oltre un decennio, accadono in media ogni anno oltre 23.500 infortuni sul lavoro, dei quali 500 invalidanti e 12 mortali. A questi si
aggiungono circa 600 denunce di malattia professionale.

L’aumento della precarietà del lavoro, una competizione delle imprese che si basa in molti settori sui costi, l’inserimento di lavoratori stranieri
insufficientemente formati ed informati, pongono come prioritario e non rinviabile il tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Dei problemi legati alla sicurezza e delle misure di prevenzione discuteranno circa 200 delegati in rappresentanza di mille Rappresentanti
dei lavoratori per la sicurezza (RLS) di Cgil, Cisle e Uil modenesi, riuniti in assemblea provinciale domani, lunedì 28 maggion al Palazzo Europa.

L’incontro si apre alle ore 14.30, è presieduto da Fiorella Prodi sella segreteria Cgil Modena. Introduce i lavori Pasquale Coscia della segreteria
provinciale Cisl e a seguire le comunicazioni di Anna Maria Righi responsabile Salute e Sicurezza sul lavoro Cgil Modena su “Infortuni e
malattie professionali a Modena” e di Marco Lai del Centro studi Cisl nazionale su “Il Testo Unico su salute e sicurezza: prospettive di
attuazione”.
Sono stati invitati i rappresentanti degli enti preposti a controlli e vigilanza (Inail, Inps, Asl, Dpl), della Provincia di Modena, e di Cassa
Edili, Sirs e Opta, che insieme agli interventi degli RLS animeranno il dibattito. Alle 17 sono previste le conclusioni del segretario nazionale
Uil Paolo Carcassi.

Il disegno di legge presentato dal Governo sul Testo Unico su salute e sicurezza, che attende un complesso iter legislativo, è un importante passo
in avanti, ma è solo l’inizio di un percorso che sarà lungo e difficile sia sul versante del completamento legislativo che su quello dei comportamenti concreti.
Cgil, Cisl e Uil chiedono: scelte imprenditoriali orientate alla qualità e non alla semplice riduzione dei costi, investimenti per migliorare gli ambienti
di lavoro, vigilanza e repressione da parte degli enti preposti, accesso per tutti i lavoratori ad un’adeguata formazione ed informazione sui rischi
e le malattie professionali, per affermare concretamente il diritto a lavorare in sicurezza.