Una folla a Rometta per l’ultimo saluto a Don Carlo Lamecchi. Troppo piccola la chiesa di San Pietro per le migliaia di persone che hanno voluto salutare, per l’ultima volta, il sacerdote-professore che ha lasciato un segno indelebile sulla comunità sassolese. Come parroco, come cappellano dell’ospedale e come professore ma più spesso come guida, «che ci ha insegnato – si è detto ricordandolo – la bellezza dell’essere comunità: ci ha fatto capire quanto siano straordinarie cultura e saggezza, e quanto sia bello porgere la mano a chi è in difficoltà. Era più avanti di tutti, ma saldamente legato alle tradizioni. E’ stato il maestro che ci ha sempre dato di più, l’amico e il confidente: un insegnante, nel senso che ha lasciato un segno».
Segno indelebile, come da testimonianza del Vicensindaco Camilla Nizzoli, che ha ricordato don Carlo a nome della Giunta, e come dimostrato dalla solennità di una liturgia commossa e partecipata, celebrata dal Vescovo Massimo Camisasca e dal Vescovo Emerito di Brescia, il sassolese Luciano Monari di fronte, tra gli altri, ai sindaci di Sassuolo e Toano e di altri Comuni del distretto ceramico.