Un corposo finanziamento da 1milione 820mila euro per la tutela della salute dei bambini è in arrivo dalla Commissione europea. Sarà a sostegno del progetto Life Milch – “Mother and Infant dyads: Lowering the impact of endocrine disrupting Chemicals in milk for a Healthy life” (Trad: Coppie madri-figli: riducendo l’impatto degli interferenti endocrini nel latte per una vita sana), guidato dall’Università di Parma.
Il lavoro si propone di ridurre l’impatto potenziale di alcuni inquinanti chimici (interferenti endocrini – in inglese endocrine disruptors) sullo stato di salute del bambino, valutando i livelli di esposizione ad agenti nocivi nei periodi critici dello sviluppo neonatale, per esempio durante l’allattamento o la gravidanza e mettendo in atto azioni specifiche di prevenzione. Gli interferenti endocrini sono molto diffusi nell’ambiente e negli alimenti e possono anche a dosi molto basse e all’apparenza innocue, alterare i processi di sviluppo dell’organismo ed esporre a successivi rischi per la salute durante la fase dell’infanzia, dell’adolescenza o della vita adulta.
Il progetto, quinquennale, testimonia l’impegno e i successi della Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica dell’Arcispedale Santa Maria Nuova nelle ricerche in materia di relazione tra salute e ambiente e nella prevenzione. “Siamo davvero contenti di questo finanziamento che arriva grazie a un importante lavoro di squadra” – sottolinea la dottoressa Maria Elisabeth Street – . L’Università di Parma rappresenta il centro di coordinamento con i docenti Paola Palanza e Francesco Nonnis Marzano e vi partecipano come partner l’Ausl – IRCCS di Reggio Emilia – Dipartimento Materno – Infantile, l’Università di Cagliari – Dipartimento di Scienze Chirurgiche e l’Università di Firenze – Dipartimento di Chimica.
Life Milch si svolge nell’ambito dei programma Life 2018 Enviroment and Health e ha un budget complessivo di 3 milioni e 400mila euro, con un finanziamento europeo di 1 milione e 820mila euro. Di questi circa 500mila euro arriveranno all’ospedale di Reggio Emilia.
Come si svolgerà concretamente lo studio a Reggio Emilia? Nei primi due anni si recluteranno donne gravide e si misurerà in campioni urinari l’esposizione a diversi interferenti endocrini, quindi si valuterà l’esposizione del neonato alla nascita e nel latte materno e questa sarà considerata in relazione al neuro-sviluppo e alla crescita fino ai 2 anni di vita. Farà seguito una campagna di sensibilizzazione per ridurre l’esposizione agli interferenti endocrini in gravidanza, quindi si rivaluterà l’esposizione nelle madri, nei neonati e nel latte materno. Complessivamente il progetto durerà 5 anni.
Nel progetto sono coinvolti numerosi professionisti del Dipartimento Materno-Infantile dell’AUSL: oltre alla Street che è responsabile del progetto per Reggio Emilia, Francesca Cirillo, Cecilia Catellani, Pietro Lazzeroni, Chiara Sartori, Alessandro De Fanti, Giancarlo Gargano, Simona Pedori, Cristina Turrini, Alessandro Volta, Francesca Bertolini, Marilena Pedroni, Concetta La Mantia, Lorenzo Aguzzoli, Daniela Viviani, Daniela Bertani, Patrizia Borgognoni.