Dal consolidamento del sistema di offerta di servizi comunali, sia in termini di qualità che di quantità, alla maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica al fine di non compromettere gli ecosistemi per le generazioni future preservando la qualità del patrimonio e delle risorse naturali; fino alla realizzazione di investimenti finalizzati alla rigenerazione urbana, alla sicurezza degli edifici, alla manutenzione del verde e delle strade, all’efficientamento del patrimonio comunale e in grado di opportunità occupazionali.
Sono alcune delle principali linee d’indirizzo del Dup, il Documento unico di programmazione che rappresenta la guida strategica e operativa del Comune in vista della definizione del bilancio e degli altri strumenti di programmazione. Il Dup è stato approvato dal Consiglio comunale di Modena giovedì 26 settembre con il voto della maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Modena Solidale) e il voto contrario di Lega Modena, Forza Italia, Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia e Movimento 5 Stelle.
Il documento, illustrato dall’assessore al Bilancio Gianpietro Cavazza, presenta anche numerosi dati di contesto sulla realtà socioeconomica del territorio e, tra le linee d’indirizzo, evidenzia la necessità di progettare e realizzare un sistema di welfare (istruzione, sociale, pari opportunità, cultura, sport e ambiente e lavoro) che individui nella maniera più equa possibile i soggetti destinatari degli interventi, sostenendo la massima autonomia possibile anche dei corpi intermedi, comprese le famiglie.
Una sottolineatura particolare è stata riservata al sostegno all’innovazione sia nel contesto socioeconomico sia all’interno dell’organizzazione comunale dove negli anni le politiche di bilancio hanno consentito di garantire l’equilibrio dei conti nonostante la diminuzione delle risorse nell’ente locale, in controtendenza rispetto alla crescita del debito pubblico, alla ridotta pressione tributaria e il basso indebitamento, se comparato con quello di altri Comuni.
A supporto del consolidamento della qualità del sistema di offerta dei servizi pubblici, all’avvio o al rafforzamento di nuove politiche e di investimenti per la promozione dello sviluppo della citta, le politiche di bilancio – ha annunciato l’assessore Cavazza – saranno caratterizzate da una riparametrazione della spesa corrente e relativo re-design dei servizi in una prospettiva intersettoriale, da maggiore equità nelle politiche attive di gestione dei tributi locali, dal potenziamento e affinamento delle azioni per il recupero dell’evasione e dell’elusione fiscale, così come dall’introduzione di azioni che agevolino la tempestiva riscossione di entrate per rette, tariffe per servizi o altre attività e dall’efficientamento della gestione del patrimonio comunale.
Nel dibattito Paola Aime dei Verdi ha sottolineato la presenza di “parole e concetti molto belli: benessere ecosostenibile, sviluppo intelligente e sostenibile, rigenerazione dei quartieri e prevenzione del degrado, sviluppo dei boschi urbani tutelando i varchi naturali già presenti, promozione di azioni a favore del clima, contrasto della formazione delle periferie, sviluppo della mobilità dolce e altro. Belle idee che avranno senso solo se otterranno finanziamenti e quando andremo a decidere del Bilancio si vedrà se dai buoni propositi riusciremo a passare ai fatti”.
Elisa Rossini di Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia ha espresso il desiderio “che Modena diventi la città del baby boom. Nel Dup non si sogna – ha aggiunto – si presenta una realtà e ci è stato riferito che presto si dovranno prendere misure per l’organizzazione di nidi e materne alla luce del calo demografico. Il Dup finisce per pensare e strutturare servizi perfetti ma che presto saranno scatole vuote a causa del calo delle nascite e dell’aumento della popolazione anziana. Occorre che il Comune solleciti il Governo nazionale e avvii iniziative locali a favore della famiglia e della natalità, ma nel documento questo approccio manca completamente”.
Per il Pd, Marco Forghieri si è detto “moderatamente preoccupato ma cautamente ottimista per le premesse del Dup. Se uno va a vedere i numeri legati soprattutto ad andamento dei dipendenti, alla pressione tributaria ed altro si accorge che, pur in presenza del dato preoccupante di andamenti demografici che ci rendono più vulnerabili per le fasce di età che aumentano, negli ultimi anni siamo riusciti a garantire l’aumento o la quantità e qualità degli stessi servizi con molti meno dipendenti negli ultimi anni. Con il Dup proviamo a garantire e impostare politiche di bilancio con un quadro più complesso che gli anni scorsi”.
Stefano Prampolini della Lega nord Modena ha riconosciuto che “si tratta di un bilancio contabilmente corretto, molto dettagliato: l’Amministrazione in effetti ha lasciato la città poco indebitata e questo potrebbe consentire operazioni coraggiose”. Rispetto al Dup, il consigliere ha evidenziato una serie di aspetti, tra cui il fatto che “c’è più attenzione a gestire l’esistente subendo le dinamiche, agendo con ritardo, che a programmare politiche a scopo preventivo. Ne è un esempio – ha aggiunto – il fatto che abbiamo preso in mano il Piano Regolatore dieci anni dopo l’esplosione della crisi immobiliare”.
Giovanni Silingardi del Movimento 5 stelle ha evidenziato la presenza nel documento di “obiettivi talmente generici che non possono che essere condivisi” e di altri “non condivisibili o eccessivamente timidi, come quelli per una città sostenibile. Ad esempio, manca una discontinuità nella gestione dei rifiuti – ha proseguito – e le proposte del Pums per la mobilità dolce sono quanto di più timido ci possa essere. Se questi sono gli strumenti operativi per raggiungere gli obiettivi mi viene da dire che non riusciremo a raggiungerli”.