Inclusione sociale, la Comunicazione Aumentativa Alternativa approda alla Medicina dello Sport dove è attivo da tempo un ambulatorio in cui si svolgono visite per persone con disabilità, siano essi atleti agonisti o non agonisti, per incentivare la pratica dell’attività fisica e sportiva pomeridiana in contesti accoglienti. Dal mese di luglio nei locali di via Melato sono stati affissi manifesti contenenti simboli che facilitano la comunicazione e che permettono a chi è portatore di disabilità o ha difficoltà di linguaggio di comprendere meglio alcuni contenuti.
Sono i simboli della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) il cui approccio permette di comunicare in un’ottica di inclusione e accoglienza. L’iniziativa offre a tutti l’opportunità di capire senza essere in grado di leggere, né conoscere la lingua italiana. I contenuti dei pannelli agevolano la lettura attraverso il linguaggio “easy to read” (in italiano: semplice da leggere) che favorisce la comprensione anche da parte di chi è straniero o appartiene a categorie svantaggiate. L’approccio tramite simboli consente di mettere a proprio agio i pazienti e di fargli comprendere chi si è e a che tipo di visita li si sta per sottoporre.
La CAA è l’insieme di tecnologie, strategie e conoscenze che si attivano per facilitare la comunicazione con persone che presentano difficoltà, temporanee o permanenti, nella comunicazione verbale. Questo metodo offre la possibilità di accrescere la comunicazione naturale, non di sostituirla, ed è caratterizzato da un sistema alternativo a quello alfabetico. È un approccio che si può utilizzare in ogni momento della vita delle persone. Da questo presupposto è nata la collaborazione tra l’Unità Operativa di Medicina dello Sport e Centro di Prevenzione Cardiovascolare e l’associazione GIS, Genitori per l’Inclusione Sociale (www.gis-genitoriperinclusionesociale.it), che è costituita da genitori di ragazzi con disabilità ed è attiva sul territorio reggiano con lo scopo di garantire e fare rispettare i diritti delle persone con disabilità. Il fulcro del lavoro è l’abbattimento di ogni tipo di barriera.
Nell’ultimo anno, la collaborazione tra la Terapista Occupazionale in servizio alla Medicina dello Sport e l’associazione si è concentrata su come rendere accessibile e comprensibile il momento della visita a tutte le persone che accedono all’ambulatorio. Arrivare in un ambiente nuovo, in cui lavora personale medico e sanitario con il camice bianco è un’esperienza che provoca in molte persone agitazione e reazioni emotive di ogni tipo. Nel caso di soggetti con disabilità, siano essi bambini, giovani o adulti, tutte queste reazioni possono essere talvolta amplificate. La decisione di utilizzare l’approccio di CAA cerca di risolvere questa difficoltà. Sono state realizzate delle tabelle con i simboli in cui viene spiegato chi è il personale che lavora nell’ambulatorio, quali sono i compiti di ciascuno e in cui viene chiesto al soggetto di esprimere come si sente e che sport vuole fare. È un modo per abbattere le barriere, soprattutto culturali, in quanto si riducono le difficoltà di comunicazione e si diffonde una nuova modalità comunicativa, trasversale a tutti. Il progetto, come quello della cartellonistica con CAA installata un mese fa nel Parco del San Lazzaro per rendere più fruibili le attrezzature ginniche o quello dei menù agevolati inseriti quasi un anno fa nelle mense di alcune scuole primarie di Reggio, rappresenta un altro tassello al fine di raggiungere una completa e diffusa accessibilità degli ambienti ospedalieri, sanitari e di vita.