Rifiutare il buono pasto, ma offrire un caffè. Tutti coloro che domani, giovedì 15 marzo, si recheranno in un pubblico esercizio a consumare il pranzo si vedranno rifiutare il ticket. Al momento di pagare, però, verrà consegnato al cliente un fac-simile di buono pasto con cui l’esercente gli offrirà un caffè.
E’ questa la proposta della Fipe-Confcommercio per alleviare il disagio causato ai consumatori dal nuovo “No ticket-day”.
Il buono pasto non sarà accettato come forma di protesta contro una sentenza del Tar Lazio, che annulla alcune parti del Dpcm 18 novembre 2005 che serviva a disciplinare il settore. Alla lotta si è unita anche la Fida (Federazione Italiana Dettaglianti Alimentari) aderente a Confcommercio che coinvolge circa 60.000 associati.
La contestazione potrebbe essere replicata anche in altre giornate e non sarà l’unica azione. Nel giorno in cui non verranno accettati i buoni pasto, Fipe formalizzerà il ricorso al Consiglio di Stato proprio assieme a Fida, ad Anseb (associazione italiana società emettitrice buoni pasto) e alcune società emettitrici per richiedere la sospensiva della sentenza che crea un danno grave e irreparabile al settore.
Contemporaneamente alla conferenza stampa nazionale sono state organizzate iniziative analoghe a livello territoriale per dimostrare l’unità della categoria nel contrastare una sentenza così penalizzante per il settore.
Sin da oggi all’interno dei pubblici esercizi verranno affisse locandine che avvertiranno i clienti del “No ticket-day”, come pure saranno distribuiti volantini che illustreranno le ragioni della protesta e spiegheranno, in modo chiaro e semplice, come funziona il mercato dei buoni pasto.