In riferimento alle dichiarazioni dell’associazione universitaria Udu e dei Gd di Modena, il sindacato pensionati Spi/Cgil Modena condivide il fatto di stigmatizzare le scelte di questo Governo, ritiene invece meno legittimo sostenere che “si decide serenamente di investire sempre meno sugli studenti universitari e molto di più sui pensionati…”.
“Tale affermazione infatti non corrisponde al vero, e comunque non ci pare utile una contrapposizione generazionale.
Rimane il fatto che l’Italia è un paese in crisi demografica, ci sono 173 ultra65ennei ogni 100 ragazzi fino ai 15 anni di età, oppure sono 5 volte più numerosi gli ultra 85enni rispetto ai maturandi del 2019”.
“Il tema vero è questo, come fare a rimettere in equilibrio il dato demografico, non come investire meno per la popolazione anziana. Quali sarebbero poi gli investimenti del Governo sui pensionati? Non sicuramente Quota 100 che è ormai assodato non libera risorse per lavori appetibili e quindi per assunzioni di nuovi giovani.
Occorre una rinnovata alleanza tra le generazioni, per superare questa pagina nera della nostra storia e riaprire una strada di progresso, dove al centro vi sia un forte investimento sulla formazione del capitale umano e sulla natalità, reperendo risorse attraverso la leva fiscale e l’introduzione di una patrimoniale sulla parte della popolazione più ricca, indipendentemente dal dato demografico. E poi occorre anche investire sulla non autosufficienza, basti pensare che la regione Emilia Romagna, pur in assenza di una legge nazionale sulla non autosufficienza, mette a disposizione un Fondo di 470 milioni annui a fronte del Fondo nazionale di 420 milioni.
Queste sono battaglie di civiltà che lo Spi e i giovani di Udu e Gd condividono e sono impegnati in modo unitario a fare insieme”.
(Segreteria Spi Cgil Modena)