A Reggio Emilia e provincia è boom di taccheggi. I soli numeri dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia parlano di almeno un intervento al giorno per persone sorprese con refurtiva sottratta dagli scaffali. L’ultimo episodio, in ordine cronologico, ieri pomeriggio in un negozio di abbigliamento di via Pasteur in città, dove due donne sono state trovate con le borse piene di capi di abbigliamento sottratti poco prima dallo stesso negozio. Le due, identificate in una 47enne e una 32enne entrambe di Quattro Castella, sono state arrestate dai carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Reggio Emilia e ristrette ai domiciliari a disposizione della Procura reggiana. La refurtiva, costituita da abbigliamento femminile del valore di oltre 150 euro, è stata restituita ai titolari del negozio.
Tornando al “fenomeno”, un’analisi dei vari interventi eseguiti dei carabinieri reggiani, rileva l’utilizzo di diversi modus operandi: c’è infatti chi si munisce di magnete per togliere i dispositivi antitaccheggio, chi usa violenza ai commessi per assicurarsi la fuga dopo essere stato colto sul fatto, chi arriva a negare l’evidenza nonostante l’allarme sonoro e la refurtiva in borsa e chi, pur di non finire nei guai, tenta una conciliazione con i responsabili dell’esercizio commerciale rendendosi disponibile al pagamento della merce.
È variegato anche il profilo dei “taccheggiatori” ovvero di coloro che rubano la merce esposta negli scaffali dei negozi e dei supermercati che ricomprende professionisti, imprenditori, impiegati, disoccupati, operai, casalinghe e studenti. Nessuna fascia sociale viene esclusa cosi come nessuna attività commerciale è risparmiata dalle incursioni dei taccheggiatori: dai grandi magazzini e supermercati dei centri commerciali, che quantificano poi i danni economici durante i controlli di inventario di fine anno, ai piccoli negozi al dettaglio. Con la crisi che oramai ha affondato le sue radici anche nel tessuto sociale reggiano aumentano in maniera esponenziale i taccheggi.
Certo ci sono casi che vengono attentamente valutati e che riguardano persone che rubano per disperazione alimenti senza pagare, ma il trend riguarda in prevalenza persone che non volendosi privare di nulla (vestiti, cosmetici, profumi, cellulari ed accessori etc..) cercano di far “quadrare” i conti in casa dedicandosi al taccheggio, con il rischio di macchiare la propria fedina penale. Ai questi furbastri vano poi sommati i ladri di professione che si organizzano in squadre per far incetta di beni nei supermercati e grandi magazzini.